Ambientalisti contro scout. La disfida di San Rossore

lunedì 4 agosto 2014, CORRIERE DELLA SERA Pagina: 22

Ambientalisti contro scout. La disfida di San Rossore

La disfida di San Rossore
Quattro dromedari in dono al Parco. «Non è un circo»

SAN ROSSORE (Pisa) – Se in principio erano stati tende, cessi chimici e lavabo a far litigare ambientalisti, intellettuali e scout, adesso è un dono esotico e anche un po’ evangelico a riaccendere gli animi. Quattro dromedari, per l’esattezza, due maschi e due femmine, donati dagli esploratori cattolici dell’Agesci al Parco naturale di San Rossore come segno di gratitudine per l’ospitalità concessa. E così, dopo la mozione scacciaesploratori dall’oasi naturale, firmata da 40o intellettuali (tra i quali l’ex direttore della Normale Salvatore Settis, il presidente onorario del Wwf, Fulco Pratesi e il professore emerito della Normale, lo storico Adriano Prosperi), ecco scoppiare la guerra santa dei dromedari, «singolare tenzone» che si manifesta a pochi giorni dalla Route nazionale, il mega raduno (anch’esso contestato dagli intellettuali) di trentamila esploratori cattolici dell’Agesci, evento ricordato e benedetto ieri da papa Francesco e al quale parteciperà come ospite anche il premier Matteo Renzi,un passato da scout.
«A San Rossore i dromedari ci sono già stati e che la stessa direzione aveva un progetto per reintrodurli – spiega Gionata Fragomeni, ricercatore universitario, capo scout di Cosenza e responsabile dell’organizzazione Route 2014 -. Noi abbiamo solo cercato gli animali e li abbiamo regalati al Parco. Arriveranno la prossima settimanadurante l’evento».
L’insolita epifania d’agosto non è piaciuta a intellettuali, paesaggisti ed ecologisti. «E solo un’operazione circense e ridicola – denuncia il professor Fabio Garbari, già ordinario all’Università di Pisa ed ex direttore dell’Orto botanico dell’ateneo e anche lui ex scout -. Sono animali che con l’oasi protetta non hanno niente in comune e potrebbero essere portatori di virus e batteri pericolosi per le altre specie. I maschi, per renderli meno aggressivi, saranno castrati. Povere bestie!». Eppure, nonostante la latitudine incongrua, non è la prima volta che i dromedari arrivano nel super parco che da Pisa sfiora la Versilia e il lago di Puccini. Fu Ferdinando II de’ Medici, appassionato di animali esotici, a introdurli per la prima volta nel 1622. Anche Friedrich Nietzsche se li trovò di fronte durante un viaggio a Pisa, li confuse con cammelli, ne rimase affascinato e li descrisse in Zarathustra: «…così io pensai, allorquando in un bosco presso Pisa vidi prima due, poi cinque cammelli». E la principessa Jolanda di Savoia, ne fu così innamorata da ordinare al fotografo di corte di immortalarla sul «cammello» preferito.
Ma a che cosa servono i dromedari nel grande Parco toscano? Aiuteranno il turismo (si pensa di organizzare itinerari in groppa agli animali per i visitatori) e anche alla pulizia del litorale dal «lavarone», ovvero i detriti, soprattutto legna, che il mare porta sulla battigia.
«Il problema che San Rossore oggi è un’area protetta e non un circo equestre – continua Garbari, contrario anche all’arrivo degli scout -. Alla fine della Route faremo un libro bianco per documentare i danni e contesteremo anche sull’introduzione dei dromedari. Poi decideremo se presentare denunce».

Marco Gasperetti mgasperetti@corriere. it

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