Cari amici che pensate di andare a votare Pippo Civati

www.huffingtonpost.it (di Maria Scermino)
Cari amici che pensate di andare a votare Pippo Civati,
più o meno siete gli stessi che la volta scorsa mi avete messo la pulce nell’orecchio: forse-dovrei-andare-anche-io-a-votare-Pierluigi-al-secondo-turno-o-sarà-la-fine-del-mondo; cari amici, che siete talmente allergici a Renzi da farvi sembrare simpatico persino Bersani; cari amici, vi voglio bene, vi stimo e tengo in grande conto la vostra intelligenza.
Soprattutto, cari miei, condivido lo smarrimento politico che probabilmente provate da molti anni (forse da quando avete cominciato a votare?) e in parte comprendo il vostro shock, nel vedere il Partito Democratico affidarsi alle mani di uno spavaldo timoniere dalla parlantina sciolta, che aspira a diventare niente meno che “il Sindaco d’Italia”.

Condivido quello smarrimento, perché quello smarrimento è anche il mio. Solo un idiota non si sentirebbe smarrito, vedendo le proprie idee e convinzioni più profonde del tutto espulse dal dibattito politico maggioritario, relegate ad un minoritarismo extraparlamentare in cui non vorremmo e non potremmo riconoscerci.

Non fa parte di noi, in esso non ci riconosciamo. Noi crediamo che i cambiamenti nella storia si producano stando dentro ai processi, e non fuori. Agendo nei luoghi decisionali, possedendo potere contrattuale, creando pressioni dentro e fuori dalle istituzioni, per migliorare realmente le condizioni di vita delle persone. Parlare alla nostra pancia non ci interessa. Non sprechiamo tempo a rivolgerci ai soliti noti, o a sventolare una bandierina identitaria.

Anche per questo, credo, molti di voi hanno riconosciuto in Pippo Civati una possibilità. Il politico che condivide molte delle vostre idee (non ha votato, per esempio, la fiducia al governo Letta), ma che non rinuncia a dare battaglia dall’interno, a crearsi uno spazio nei luoghi che contano, da cui combattere perché la sua posizione possa divenire maggioritaria.

Ora avrete anche visto quanto pesa Pippo Civati all’interno del PD: il 9 percento, cioè il 3 percento più di Pittella, un candidato che ha sostenuto la propria candidatura affidandosi al possesso di un consistente bacino di voti in Basilicata.

Cari amici, il vostro smarrimento lo condivido anche io, ma non posso dirvi che mi sarei aspettata un risultato diverso per Civati. Non posso dirvelo, perché proprio per curare quello smarrimento, ho cominciato a guardare un po’ di meno la tv, e a leggere un po’ di più i giornali locali. Ho cominciato ad informarmi su cosa succede nel mio Comune e nel mio territorio, dove il PD governa incontrastato. Di cose ne ho viste parecchie, ma ve ne vorrei raccontare solo due o tre.

Da dove vogliamo cominciare? Forse dalla tutela dell’ambiente.

Quella strana idea di parco che il PD ha…

Pisa non è una città verde: nel centro cittadino si trova solamente uno storico giardino pubblico, ma la gran parte degli spazi non edificati appartengono a privati, essendo giardini interni. Le periferie sono cresciute molto male, dal punto di vista urbanistico. C’è una lunga striscia di verde su un lato dell’Arno, sulla cui manutenzione si potrebbe discutere. In realtà, tutta la gestione del già scarso verde pubblico e degli spazi per bambini lascia molto a desiderare in città, ma non starò a tediarvi con questi argomenti (apparentemente) di poco conto.

Nell’ormai lontano 1998, un Piano strutturale del Comune previse la trasformazione in parco pubblico di una vasta area (5 ettari) in un quartiere molto trafficato prossimo al centro storico. Nel corso degli anni, sotto gli occhi costernati degli abitanti del quartiere e delle associazioni ambientaliste, l’Amministrazione comunale ha proposto numerose varianti al piano strutturale, prevedendo la costruzione di molte migliaia di metri cubi di costruzioni e intaccando sempre di più l’area destinata al verde. Grazie a due anni di lotte nel quartiere, nel 2012 i cittadini e le associazioni sono riusciti a fare approvare dal Consiglio comunale un nuovo progetto per l’effettiva realizzazione di un grande parco.

Nel frattempo l’Amministrazione aveva però già reso operativa la nascita di un altro “parco”, il “Parco delle Torri Bulgarella”, che sotto la mite denominazione cela l’ennesima colata di cemento inutile: due enormi torri, la cui costruzione è stata poi abbandonata una volta sopraggiunta la crisi economica. Un bel ragalo per i cittadini del quartiere! Ora vorrei domandarvi, quali interessi ha assecondato il PD in questa faccenda? Quelli dei cittadini, garantendo loro il loro diritto ad una città bella e vivibile, quelli dell’ambiente in cui tutti noi viviamo, evitando il consumo di suolo, oppure quelli privati dei costruttori, che una volta cominciata l’opera sono stati pure liberi di abbandonarla al degrado perché non più redditizia?

P.S. nella campagna elettorale del 2013 il Sindaco si è naturalmente intestato come un merito personale il progetto del futuro parco di Cisanello (che ancora non vede la luce) ed ha perfino annunciato una pronta ripresa della costruzione delle torri (anche questa mai avvenuta). E intanto gli scheletri delle torri stanno ancora là.

Ci siete ancora?

Altro parco, altra giostra….

Vogliamo andare a vedere che cosa succede nella splendida riserva di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, Parco Regionale strettamente tutelato e fiore all’occhiello del Comune di Pisa, che avendolo sul suo territorio si considera a buon diritto “tra i più verdi d’Italia”? Ebbene, questa meravigliosa riserva ha purtroppo la sfortuna di collocarsi tra Pisa e il mare, frapponendosi (che ardire!) al traffico delle auto di quanti d’estate vogliono godersi un posto al sole sul litorale tra Marina di Pisa e Viareggio. Esiste un grave problema di mobilità: le strade nei finesettimana estivi sono sempre intasate, e i parcheggi sul litorale strapieni. Il buon senso richiederebbe un’unica soluzione: potenziamento del servizio pubblico (oggi è sostanzialmente impossibile andare al mare da Pisa con l’autobus) e diminuzione delle autovetture. Ma l’Amministrazione spinge in tutt’altra direzione: vorrebbe richiedere al Parco di aprire al traffico veicolare le strade bianche almeno per il fine settimana, con buona pace della flora, della fauna e dell’aria salubre che si respira nel Parco.

P.S. Questa vicenda la dice lunga anche sul rispetto che l’amministrazione piddina ha delle istituzioni rappresentative. L’intento di richiedere al parco l’apertura delle strade bianche, infatti, è stato ribadito dall’assessore all’urbanistica Zambitto proprio all’indomani dell’approvazione, in Consiglio Comunale, di una mozione (presentata dalla minoranza “una città in comune” -prc) che impegnava il Comune a fare esattamente l’opposto, ovvero a tutelare le strade bianche!

Case, fondi sprecati e paura del dissenso

Bene. Non vorrei però che pensaste che l’amministrazione del PD sia carente solamente in tematica ambientale. Anche sul versante dei diritti, vediamo il PD ben impegnato (a livello locale proprio come a livello nazionale) in un’opera costante di erosione dei diritti e dei servizi. Vi faccio solo un esempio, quello del diritto alla casa.

Anche in ragione dell’aggravarsi della crisi economica, la questione abitativa è purtroppo un’emergenza in tutta Italia. Far fronte a una situazione così critica è senza dubbio complicato, e sarebbe sbagliato addossare ai comuni tutte le colpe (ma non dimentichiamo che stiamo parlando di un partito di governo in parlamento, quindi il rimbalzo delle responsabilità ha senso fino ad un certo punto…). Non di meno, in una situazione così critica i Comuni avrebbero il dovere di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per far fronte all’emergenza di persone che si ritrovano senza casa per aver perso il lavoro, o casi simili (si chiama “morosità incolpevole”). Tra questi strumenti, ricordiamolo, c’è anche la requisizione ad uso pubblico di edifici privati inutilizzati, realizzata negli anni dal X Municipio del Comune di Roma e, di recente, dal Sindaco Accorinti di Messina.

Sia chiaro: non mi aspetto che il Sindaco di Pisa requisisca immobili privati sfitti per affrontare l’emergenza abitativa. Sarebbe auspicabile che un’operazione di obbedienza costituzionale così forte partisse anche dal mio Comune, ma non mi faccio illusioni. Che si valorizzi la proprietà pubblica a fini abitativi, invece, non solo me lo aspetto, ma lo pretendo. È intollerabile in qualsiasi momento, ma ancora di più in una fase di crisi, che si abbiano famiglie senza un tetto sopra la testa da una parte, e case popolari sfitte, dall’altra (il Comune di Pisa ne aveva 118 a giugno 2012). È ancora più intollerabile che nel cuore pulsante della città, proprio alle spalle di Borgo Stretto, la via principale e storica della città, si trovi la Mattonaia, un’enorme palazzo abbandonato di proprietà comunale, destinato negli anni ’80 all’edilizia popolare pubblica e mai ultimato, fonte di degrado per tutto l’isolato circostante, che giace nel più totale squallore, come sempre accade quando nelle città si lasciano questi enormi buchi neri.

P.S. L’Unione Inquilini è da anni in prima linea a combattere per il diritto alla casa, ma nonostante le ripetute denunce l’Amministrazione continua nella sua sorda indifferenza, sostenendo di non avere i fondi per la manutenzione delle case popolari assegnate e per la messa in sicurezza di quelle da assegnare. I fondi però sono stati trovati per installare porte blindate alle case popolari sfitte del quartiere di S. Ermete, dove negli ultimi mesi si è sviluppato un forte movimento di protesta per l’assegnazione delle case. E quando i cittadini si sono recati alla Società della Salute per richiedere un incontro con il responsabile, l’Assessore ai servizi sociale Capuzzi, che si trovava in loco, ha fatto intervenire le forze dell’ordine segnalando addirittura un tentativo di sequestro di persona. Le forze dell’ordine intervenute, tuttavia, non hanno verificato nessun reato da parte degli abitanti di S. Ermete, che stavano solamente esigendo il soddisfacimento di un bisogno rivolgendosi allo sportello competente.

Di un fatto straordinario, e del buon uso della forza pubblica.

E alcuni giorni fa, cari amici miei, abbiamo assistito forse all’episodio più fantastico e bizzaro di questo mondo all’incontrario, in cui gli amministratori di un Comune, invece di fare gli interessi della collettività, fanno quelli di pochi privati; invece di tutelare il parco, cercano di aprirlo al transito delle autovetture, invece di impegnarsi a risolvere l’emergenza abitativa, accusano i cittadini di sequestro di persona.

In un mondo all’incontrario, è normale che le parti si confondano, si scambino e si ribaltino. Perché ci stupiamo, allora, se a Pisa il Sindacato di Polizia ha dovuto ricordare all’Amministrazione che certi problemi è la politica a doverli risolvere, senza richiedere continuamente il coinvolgimento delle forze dell’ordine:

“Diciamo basta a tutte quelle intrusioni operate da quanti, insofferenti al dissenso e alla critica tentano, a volte maldestramente, di creare situazioni di tensione e conflitto che ricadrebbero poi sulla polizia. Il Siulp ritiene che prefetto e questore siano delle ottime e sufficienti figure di direzione in materia di ordine e sicurezza pubblica. (…) I poliziotti non sono guardie private, guardiani di alcuni palazzi o censori delle dissenso, ma tutori della sicurezza di tutti i cittadini”.

P.S. Storia vera. Cito dal comunicato diramato dal Siulp, firmato da Vito Giangreco, ripreso dai principali organi di stampa locali il 21/11/2013.

Lacrime di coccodrillo e vere violazioni dei diritti umani “MADE IN PD”.

Cari amici miei, queste sono solo alcune delle belle storie della mia città, Pisa, patria del Presidente del Consiglio Letta e del Ministro Carrozza, saldamente guidata da una giunta che vede alleati il PD e SEL.

Ve ne potrei raccontare molte altre di queste storie, perché molte ne ho incontrate da quando è cominciato il cammino delle “Città in comune”, partendo dagli asili nido rimasti senza supplenze perché il fondo per i contratti a tempo determinato si è esaurito – non mancavano però i danari per assumere gli assistenti del Sindaco; passando per la vicenda dell’Ex-colorificio liberato, o per la Biblioteca Universitaria chiusa da un anno e mezzo per un’ordinanza del Sindaco ed ancora in attesa di una perizia. Ma sarebbe davvero un racconto troppo lungo. Ma se siete arrivati fin qui, vuol dire che avete ancora tempo per una storia piccola piccola, non è vero?

Perché, forse non lo sapete, a Pisa sabato scorso abbiamo festeggiato l’ottava settimana di violazione dei diritti umani e della Convenzione di Ginevra sui Rifugiati del ’51!

Il 3 ottobre scorso, infatti, proprio lo stesso giorno in cui al largo delle coste di Lampedusa morivano 350 persone, la Croce Rossa ha sospeso la fornitura di energia elettrica al Centro di Accoglienza Autogestito per richiedenti asilo e rifugiati di via Pietrasantina, Pisa, lasciando gli 11 ragazzi ospiti della struttura, tutti titolari di protezione internazionale, senza luce, acqua calda e gas.

Quel giorno in Comune si piangevano lacrime di coccodrillo: il Consiglio è stato sciolto e la bandiera listata a lutto. Ma quando si è trattato di attuare concretamente una pratica minima di solidarietà, non c’è stato nulla da fare, l’Amministrazione è rimasta inerte. Gli ospiti di via Pietrasantina attualmente lavorano, potrebbero pagare autonomamente le bollette, se solo le utenze venissero riattivate. Ma anche questo è chiedere troppo per la Giunta PD+SEL del nostro comune.

La fine del sogno è già qui.

Cari amici, tranquilli, se vincerà Renzi non sarà la fine del mondo.

La fine del mondo è già qui: questo è il PD, questi gli interessi che persegue sui territori, questa l’azione di governo che esercita nelle città. Ora decidete liberamente voi cosa fare, se andare a votare Pippo Civati, alfiere di una splendida battaglia contro i mulini a vento, oppure lasciare cadere quest’ultima foglia di fico, e decidere che in questo paese abbiamo bisogno di un altro partito.

Però a quel punto non basterà più andare a votare alle primarie una volta ogni due o tre anni: bisognerà rimboccarsi le maniche e partecipare. Punto e basta.

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