Centrale a biomasse ad Ospedaletto: un’interpellanza per capire le priorità dell’amministrazione

Sulla stampa locale dei giorni scorsi è emersa la notizia della richiesta da parte della Futuro Verde Srl di Capannori di realizzare una centrale a biomasse in un’area fra Ospedaletto e le Rene, su via del Caligi. Sempre secondo quanto riportato sulla stampa questa società avrebbe già avuto le autorizzazioni da parte dell’ufficio regionale, e il progetto sarebbe analogo a quello già presentato in passato per un’area interna al Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli e più precisamente nell’abitato di Coltano.

Siamo convinti che la diffusione nel territorio di piccole centrali di produzione di energia da fonti rinnovabili sia una cosa assolutamente positiva e necessaria per combattere i cambiamenti climatici. Siamo consapevoli però che non sempre questi impianti sono mossi da questi obiettivi ma talvolta dalla mera rincorsa all’incentivo economico. Per evitare questo rischio la bussola deve essere quella della sostenibilità ambientale; una seria amministrazione dovrebbe valutare questi aspetti, che nel caso di una centrale di generazione a biomasse si riducono sostanzialmente a: luogo di provenienza del legno; utilizzo finale dell’energia (se non si usa anche quella termica è uno spreco enorme!), e impatto del transito degli automezzi per il rifornimento della centrale.

La precedente localizzazione ci tutelava su questi aspetti perché il Parco avrebbe potuto autorizzare l’opera solo a seguito di garanzie in termini di provenienza del materiale legnoso e di utilizzo efficiente dell’energia prodotta (recupero del calore per il teleriscaldamento), condizioni che infatti erano state imposte al progetto di Coltano.
Ora però il nuovo progetto si troverebbe appena fuori dai confini del Parco e, dunque, non più soggetto alle sue limitazioni.

Riteniamo che un buon modo di amministrare, per favorire gli investimenti in questo settore strategico, sia quello di fissare delle regole chiare, che tutelino l’interesse pubblico e in particolare la salvaguardia dell’ambiente e della salute, e che poi valgono per tutti.
Il Parco, una volta tanto era riuscito a fare questo: fornire un quadro normativo chiaro, che tutelasse l’ambiente, e a cui chiunque fosse interessato ad investire si sarebbe dovuto attenere. Invece ci pare che l’amministrazione comunale adotti una strategia del tutto opposta, andando dietro di volta in volta agli interessi particolari prevalenti.

Gli impianti a biomassa hanno senso se sono vicini a potenziali utilizzatori del calore prodotto, in modo che sostituiscano altre caldaie a combustibili fossili: non ha senso allontanarli più possibile per non dare fastidio. Altrimenti diventano semplicemente generatori di incentivi, e non ci interessano.
Vogliamo che si chiariscano quali sono i criteri di scelta, e soprattutto se l’obiettivo è davvero la sostenibilità ambientale e la lotta ai cambiamenti climatici, oppure la ricerca di probabili equilibri tra interessi privati e sedicenti capipopolo.
Per avere chiarimenti in merito abbiamo presentato un’interpellanza nella prima commissione consiliare a cui attendiamo una rapida risposta.

Marco Ricci- Ciccio Auletta,
gruppo consiliare Una città in comune – Partito della Rifondazione Comunista

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