Cronaca di un crollo annunciato: la rovina del patrimonio culturale della città

Nel 1873 gli industriali Nissim vollero un palazzo storico in città e lo trovarono in via San Lorenzo, angolo vicolo del Ruschi, con ampio giardino sul retro. Se non fossero coperte da alte impalcature, sul palazzo sarebbero ancora visibili le ghiere in ferro battuto sopra i portoni d’ingresso, dove si leggono le iniziali “A N”, che stanno per “Ammadio Nissim e C.”. Queste notizie compaiono nel volume Le dimore di Pisa: l’arte di abitare i palazzi di una antica repubblica (Pisa 2010), tuttavia da troppo tempo questo palazzo è in incredibile stato di degrado. Fino al crollo (quantomai annunciato) del tetto, avvenuto nei giorni scorsi.
A gennaio il nostro gruppo consiliare aveva sollevato la questione in consiglio comunale, presentando un’interpellanza e scoprendo che questo bellissimo edificio, che al suo interno conserva un importante ciclo ad affreschi del XIX secolo, è da decenni in comodato d’uso gratuito al Comune. Di proprietà di Giampaolo e Andrea Leoncini, l’immobile fu ceduto negli anni ’70 per alloggiarvi famiglie prive di abitazione; sebbene il comodato avesse una durata di due anni, i proprietari non vollero indietro l’edificio, che per oltre 30 anni ha continuato a ospitare famiglie senza fissa dimora. Dopo averlo usato per l’emergenza abitativa, nel 2000 il Comune ha deciso di sgombrarlo per restituirlo ai proprietari, che tuttavia chiesero che fossero eseguiti i lavori di ripristino. Si parla di lavori ingenti, nell’ordine di milioni di euro, e così nel 2009 il Comune ha presentato istanza di restituzione in Tribunale, ma i proprietari si sono opposti chiedendo il ripristino delle condizioni o il versamento di un corrispettivo in denaro a compensazione.
L’udienza è fissata per il 16 gennaio 2016. Intanto ieri il tetto è crollato, mettendo a rischio il prezioso ciclo decorativo degli interni, e le stesse strutture dell’edificio sono in condizioni precarie. Nel giardino svi sono rifiuti vari, altri materiali inquinanti, mentre gli alberi necessitano di potature importanti. Sei mesi fa avevamo fatto presente la criticità dell’immobile con elementi di forte rischio per l’incolumità pubblica, visto che l’edificio è diventato luogo di riparo per persone senza fissa dimora. Ma l’amministrazione comunale non sa come comportarsi e il nostro patrimonio culturale – stavolta un palazzo storico con le sue inestimabili decorazioni interne – crolla sotto gli occhi di tutti. Speriamo di no, ma la stessa sorte potrebbe presto toccare a Palazzo Boyl (anch’esso pericolante) e ai suoi affreschi medievali del primo piano e quelli ottocenteschi del piano nobile, primo e secondo piano.
Cosa ne pensa l’assessore alla cultura Andrea Ferrante?

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