Disobbedire al patto di stabilità, per applicare la Costituzione: “una città in comune” contro l’esternalizzazione dei servizi educativi.

“una città in comune” è assolutamente contraria alla ricetta che l’amministrazione comunale di Pisa, per bocca degli assessori Chiofalo ed Eligi, oggi lancia rispetto alla riorganizzazione del sistema educativo comunale: “La nostra proposta è semplice” affermano gli assessori “trasformare un asilo a gestione diretta in un centro per l’infanzia 0-6 a gestione esterna e fondere un altro nido e un asilo per l’infanzia, magari attigui, in un altro centro 0-6”.

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L’amministrazione sostiene di non voler tagliare gli investimenti nei servizi educativi, ma solo di voler trasferire fondi da un capitolo di bilancio ad un altro. E propone un monitoraggio di qualità per i due servizi (convenzionato e diretto) in “parallelo”. Noi chiediamo allora che venga effettuato allo stesso modo un monitoraggio sulla retribuzione e sui diritti delle lavoratrici e dei lavoratori nelle due strutture: dato che faranno lo stesso lavoro, l’amministrazione ci assicura che verranno pagati nello stesso modo e godranno delle stesse opportunità?

L’esperienza purtroppo insegna che l’affidamento a privati dei servizi educativi non avviene mai in maniera indolore: l’esternalizzazione si fa anche per diminuire i costi, e la contrazione della spesa in questo settore vitale corrisponde sempre ad un peggioramento delle condizioni di lavoro per gli educatori, che rischia inevitabilmente di riflettersi in un abbassamento della qualità del servizio per i bambini.

Il Comune di Pisa compia allora una scelta coraggiosa: derogando al patto di stabilità, continui ad offrire ai suoi cittadini servizi per l’educazione e l’istruzione di alto livello, obbedendo alla Costituzione Italiana. Questa strada è già stata imboccata, con successo, da un grande città italiana come Napoli, che lo scorso anno ha assunto, in completa controtendenza rispetto alle direttive nazionali di limitazione della spesa, 300 nuovi insegnanti per i servizi dell’infanzia.

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