Distretto 42, lo sgombero degli inalberati

inalberatomercoledì 23 aprile 2014, PaginaQ

Distretto 42, lo sgombero degli inalberati

Una lunga giornata di trattative e di resistenza passiva, conclusasi con lo sgombero del Distretto 42. Quattordici ore, tanto è durato il tira e molla finito intorno alle 21 con l’uscita dei 16 attivisti che hanno trascorso la giornata all’interno dell’ex caserma: in parte sul tetto che affaccia su via Giordano Bruno, i più arrampicati sugli alberi.
Intorno alle 6:30 l’arrivo della Digos e dei reparti di Polizia e Carabinieri, la chiusura dell’accesso a via G.Bruno da entrambe i lati: su quello di via Croce nel corso della giornata si è formato un presidio di solidarietà.
Alle 11 l’arrivo dell’assessore alla cultura Dario Danti che ha accolto la richiesta degli attivisti i incontrare il sindaco Marco Filippeschi. Un incontro che se non ha fermato la macchina del provvedimento giudiziario ha aperto uno spiraglio per un futuro in cui l’area possa essere utilizzata a fini sociali. E in questo auspicio un diretto riferimento all’associazione “Pisa Meticcia”, il soggetto attraverso cui il Municipio dei Beni Comuni aveva nelle scorse settimane presentato richiesta di assegnazione dell’ex caserma al Demanio.
“Auspico e ritengo – ha dichiarato il Sindaco in una nota dopo l’incontro con gli attivisti – che nella legalità si possa creare un dialogo positivo con il Ministero della Difesa perché almeno parte del complesso, quella che è in condizioni di sicurezza, possa essere prontamente riaperta e utilizzata per attività a fini sociali, secondo impegni da pattuire, con regole e scadenze temporali”.
“L’associazione Pisa Metticcia – prosegue la nota –  aveva già rivolto una richiesta in tal senso, ora si può creare la condizione perché venga esaminata secondo le volontà del Ministero interessato e i procedimenti a cui esso deve attenersi. Il Comune farà la sua parte per favorire questo esito”. La scelta del Ministero della Difesa di mantenere nella sua disponibilità la caserma inutilizzata era, per Filippeschi, prevedibile visti i contenuti dell’accordo di programma del 2007, il cosiddetto Progetto Caserme. Ma, conclude il Sindaco  “c’è un tempo utile per un uso appropriato spazi e un’opportunità che deve essere valutata con favore”.
Una nota che potrà avere conseguenze nei giorni a venire ma che ieri non ha mutato lo svolgimento previsto delle operazioni. Quando ormai era evidente che nessuno sarebbe sceso dagli alberi spontaneamente, le forze di polizia hanno chiesto l’intervento dei pompieri che in un primo momento si sono rifiutati di intervenire: da un lato per la richiesta di mettere in atto un’operazione che ben poco aveva a che fare con il salvataggio, dall’altro per una forma di tutela della loro sicurezza e di quella degli attivisti.
Di nuovo, la macchina del provvedimento giudiziario ha avuto la meglio, ed ecco anche l’intervento dell’autoscala dei vigili del Fuoco, che nel raggiungere l’ingresso dell’ex distretto si è trovata la strada bloccata da una donna, un’abitante del quartiere: “Possibile che non esista nessun altro modo, che non si possa fare ancora un tentativo?” ha chiesto.
Poco prima delle 21 anche l’ultimo attivista è sceso dall’albero. L’area è stata sigillata e il cancello si è richiuso su un’area verde di 8 mila metri quadri e su una vasta metratura di immobili. Sedici le denunce per occupazione di un bene di proprietà del Demanio.
Numerose le testimonianze di solidarietà giunte al Distretto 42 ieri. Dalle realtà locali come ieri come l’Opposizione CGIL Pisa, i Cobas, il circolo Agorà, l’Associazione Per la Pace, a esperienze nazionali come Macao, Il Teatro Valle, La Talpa e l’Orologio, solo per citarne alcune, passando da esponenti politici come Francuccio Gesualdi, candidato alle europee con Lista Tsipras, presente durante la giornata, Luca Casarini e Sandro Medici.

L’interrogazione parlamentare
L’onorevole Ermete Realacci ha presentato un’interrogazione parlamentare rivolta al Ministro dell’Economia e delle Finanze, al Ministro della Difesa e al Ministro per gli Affari Regionali sul destino dell’ex caserma Curtatone e Montanara.
“Lo scorso 15 febbraio – si legge nel documento – un gruppo di liberi cittadini, raggruppatisi nel collettivo “Municipio dei Beni Comuni” ha aperto i sigilli della caserma Curtatone e Montanara, ex Distretto Militare di Pisa, chiuso e abbandonato da oltre 20 anni, per avviarne il recupero a favore della città al fine di ai bisogni di sociali dei cittadini. L’area consta di 8ooo mq di giardino e 4000 mq di superficie coperta al fine di destinarli ai cittadini e ai bisogni di sociali della città toscana.
“Il Comune di Pisa – prosegue – ha chiesto di entrare in possesso a titolo gratuito di numerose aree ed edifici demaniali, secondo la possibilità offerta dal cosiddetto “federalismo demaniale”. Fra le diverse richieste particolare importanza ha quella relativa alle caserme ancora presenti all’interno della città: la “Curtatone e Montanara” in via Giordano Bruno (ex Distretto Militare come detto da tempo in disuso) e l’Artale in via Derna ancora parzialmente utilizzata, ma con la previsione di una prossima dismissione; nelle scorse settimane il Ministero della Difesa ha comunicato all’Agenzia del Demanio che il bene è di suo interesse e utilizzo, per cui non è disponibile a dare il via libera al trasferimento a titolo gratuito al Comune di Pisa, in base a quanto previsto dal federalismo demaniale”.
Nel dispositivo Realacci ricostruisce la storia del Progetto Caserme, dal protocollo d’intesa del 2001 fino all’accordo di programma del 2007 “per il quale è stata approvata una variante urbanistica nell’ottobre 2008, con la richiesta di una nuova caserma in area Ospedaletto. La caserma “Curtatone e Montanara” è forse lo spazio di interesse più immediato, essendo ormai in stato di abbandono da molti anni e conservando al suo interno tesori insospettabili per chi percorre le vie adiacenti. Oltre agli edifici, purtroppo ormai in pessime condizioni, ci sono circa 7500 mq di verde, una vera oasi nel cuore del quartiere storico di San Martino. La detta variante del 2008 prevede edifici residenziali di pregio, con il rischio della riduzione del verde pubblico a verde condominiale in contastro con un precedente studio commissionato dal Comune di Pisa, nel 1966, che proponeva di liberare al pubblico quel verde aprendolo al quartiere con tre accessi. Quasi cinquanta anni dopo si presenta l’occasione di inserire coerentemente quegli spazi nel contesto urbano, conservandone l’identità e il pregio ambientale: Pisa ha poco verde pubblico in città (i dati più recenti del Rapporto dell’Ecosistema Urbano la pongono nella modesta media dei capoluoghi italiani) in particolar modo nel centro storico, e quei giardini sarebbero un bene prezioso”.
Il parlamentare riconsoce al Muncipio dei Beni Comuni il merito di aver dato avvio “all’opera di pulizia e sistemazione della grande area a verde” e di aver dato avvio inisieme a Legambiente e al WWF “un lavoro di catalogazione della flora presente nell’area
“L’abbandono dell’area dell’ex Distretto Militare di Pisa – conclude Realacci – ha aumentato il costo del recupero, ma è possibile ridurlo e renderlo sostenibile con la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini. La domanda di socialità esiste ed è forte, la capacità di gruppi e associazioni di rispondere concretamente a queste esigenze è dimostrata dall’esperienza”.
Per questo chiede “se i Ministri interrogati, per quanto di loro competenza, intendano dare informazione sullo stato dell’iter di affidamento del complesso demaniale dell’ex Distretto Militare di Pisa al comune di Pisa e quali siano le procedure già messe in atto per avviare e concludere al più presto, attraverso l’Agenzia del demanio, al trasferimento del bene in questione al Comune secondo quanto previsto dal cosiddetto federalismo demaniale. Se i Ministri vogliano da ultimo istituire, tramite gli uffici territorialmente competenti, un tavolo istituzionale con l’Amministrazione comunale, con il coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni, per rivalutare l’opportunità del gravoso protocollo “caserme” che vedrebbe la permuta dell’ex caserma “Curtatone e Montanara” con la costruzione di una nuova caserma nell’area di Ospedaletto”.

http://www.paginaq.it/2014/04/23/distretto-42-sgombero-degli-inalberati/

Condividi questo articolo

Lascia un commento