La Corte dei Conti rileva irregolarità nel rendiconto 2013 del Comune di Pisa

Lo scorso 21 maggio la Sezione Regionale di controllo per la Toscana della Corte dei Conti ha inviato al Comune di Pisa un articolo parere in merito al rendiconto 2013 di questo ente, un documento che fino a questa mattina non era stato consegnato ai consiglieri comunali tanto da indurci, essendone venuti a conoscenza dell’esistenza, a convocare una conferenza stampa. Nelle ore immediatamente successive alla convocazione della conferenza stampa ci è stato recapitato dalla Presidenza del Consiglio comunale tutta questa documentazione che mette in evidenza criticità, da noi ripetutamente sollevate, sulla attendibilità e leggibilità del bilancio del Comune di Pisa, con particolare riferimento ad esempio alle voce riguardante le alienazioni patrimoniali.

La Corte dei Conti insiste sul fatto che le entrate correnti o di parte capitale che hanno un collegamento diretto con specifiche spese non devono essere utilizzate per la generalità delle spese, cioè non rientrano nel cosiddetto “principio di unicità del bilancio”, ma devono essere utilizzate proprio per gli specifici interventi previsti, sottolineando quindi un vincolo stringente e concreto tra la risorse prevista e la spesa programmata. Di fatto questa corrispondenza nel rendiconto del Comune di Pisa non è rispettata.

La Corte evidenzia, invece, come ciò che oltre che essere un obbligo sancito dal legislatore, è anche un “principio di sana gestione”. E’ evidente che nel momento in cui questa distinzione tra entrate generiche e entrate a specifica destinazione, con i relativi vincoli di spesa, non è rispettata, risulta impossibile per i consiglieri comunali, come per qualsiasi cittadino, poter fare le verifiche sulla provenienza dei fondi e le spese a cui sono destinati.

Tanto che la stessa Corte dei Conti nel documento inviato al Comune di Pisa scrive: “in assenza di tale corretta gestione non solo si determina una rappresentazione non veritiera delle effettive consistenza di cassa, ma soprattutto non vengono alla luce eventuali situazioni di precarietà del bilancio quali quelle che conseguono al ripetuto o costante utilizzo di fondi vincolati per il pagamento delle spese correnti. Sintomo questo dell’impossibilità di finanziare le spese ordinarie con le risorse destinate alla generalità del bilancio”.

Su questo punto la relazione torna più volte ribadendo che l’assenza di questa distinzione tra le diverse tipologie di entrata “non consente l’emersione di situazioni deficitarie o di sofferenza della cassa, consentendo al tempo stesso che eventuali situazioni di disavanzo finanzario (..) non trovino evidenza contabile”.

La Corte dei Conti ritiene quindi “non corretta la metodologia di rilevazione delle poste vincolate in termini di cassa” e “questa grave irregolarità comporta una non corretta rappresentazione del fondo di cassa che viene presentato”. E  sulla base di questi rilievi prescrive al Comune di Pisa di adottare tutte le adeguate misure correttive.

Riteniamo che occorra con urgenza fare un approfondimento nelle commissioni competenti, sia quello bilancio sia la prima di controllo, sui rilievi della Corte dei Conti e come diciamo da tempo avviare un percorso profondamente diverso nell’elaborazione e discussione del bilancio del Comune di Pisa, che ad oggi non risulta essere né intellegibile né opportunamente verificabile.

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