La nostra sfiducia è politica, ma sull’aeroporto c’è stata trasparenza

La notizia della richiesta di rinvio a giudizio da parte del Gip nei confronti del sindaco Filippeschi e dell’ex-segretario generale Angela Nobile impone da parte nostra alcuni chiarimenti e riflessioni.

La coalizione Rifondazione Comunista-Una città in Comune è sempre stata nettamente contraria sia alla vendita a Corporacion America delle azioni del Comune di Pisa e di tutti gli altri soci pubblici che avevano la maggioranza di Sat sia, conseguentemente, alla decisione di fondere le due società aeroportuali di Pisa e Firenze. E’ opportuno inoltre ricordare che tutte le troppe anomalie di questa vicenda hanno due principali responsabili: Matteo Renzi e il suo giglio magico (il finanziere Marco Carrai su tutti) e il Governatore Enrico Rossi. Furono evidenti le forzature da parte del Presidente della Regione Toscana e del Pd a livello regionale nella conduzione di un’operazione pretestuosa che aveva l’unico scopo di realizzare la nuova pista di Peretola da 2400 metri, rompendo il patto parasociale tra i soci pubblici ed esautorando il Consiglio regionale dalle decisioni in merito alla vendita delle proprie quote.

Proprio per contrastare le pressioni indebite della Regione in quella fase abbiamo approvato nel Consiglio comunale di Pisa alcuni atti contro l’adesione all’Opa sia proposti dal sindaco e dalla sua maggioranza sia nostri, che però si distinguevano per la nostra assoluta contrarietà sia alla privatizzazione sia alla realizzazione della pista di Peretola anche da 2000 metri. Riteniamo oggi necessario ribadire, di fronte all’inchiesta della magistratura,  che tutte queste posizioni e i conseguenti atti furono assunti nella totale trasparenza e con la responsabilità di tutto il Consiglio.

Con altrettanta chiarezza non abbiamo in seguito condiviso – e abbiamo quindi apertamente e decisamente criticato – il cambio di rotta del sindaco Filippeschi e della sua maggioranza i quali, dopo l’iniziale opposizione culminata con una manifestazione a difesa dell’aeroporto di Pisa, per dinamiche tutte interne al partito democratico e non a difesa di quello che è per noi l’interesse della collettività ha sposato  il progetto della fusione nonché quello della realizzazione della pista da 2400 metri, rinnegando di fatto gli atti precedentemente approvati dal Consiglio comunale.

Anche questi passaggi relativi alla fusione sono comunque avvenuti attraverso una discussione consiliare ampia ed articolata. In questi passaggi – è oggi più che mai opportuno ricordarlo – abbiamo criticato pubblicamente in Consiglio comunale  la scelta del sindaco di nominare il segretario generale allora in carica Angela Nobile come membro nel Cda di Sat, per ragioni però tutte politiche che per noi restano comunque valide al di là di qualsiasi inchiesta giudiziaria, in quanto connesse al rapporto che vi deve essere tra soggetto controllore e soggetto controllato.

Ci auguriamo quindi che, a fronte della trasparenza con cui si è svolto in Consiglio il dibattito sull’Opa, sulla fusione e sui conseguenti atti e al di là delle posizioni politiche che ciascuno vi ha espresso, si addivenga in tempi rapidi a una conclusione definitiva dell’inchiesta a tutela in primo luogo dei soggetti chiamati in causa, e delle istituzioni che rappresentano. 

Da parte nostra confermiamo che la nostra sfiducia a questa amministrazione è del tutto politica, e che per quanto attiene alla dimensione giudiziaria ci sentiamo garantiti dalla magistratura e dalla Carta di Pisa che lo stesso Sindaco Filippeschi ha sottoscritto.

Una città in comune – Rifondazione Comunista

 

Un estratto della carta di Pisa:

In caso sia rinviato a giudizio o sottoposto a misure di prevenzione personale e patrimoniale per reati di corruzione, concussione, mafia, estorsione,riciclaggio, traffico illecito di rifiuti, e ogni altra fattispecie ricompresa nell’elenco di cui all’art. 1 del Codice di autoregolamentazione approvato dalla Commissione parlamentare antimafia nella seduta del 18 febbraio 2010, l’amministratore si impegna a dimettersi ovvero a rimettere il mandato.

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