La scuola: il corso di cultura rom è stato approvato

venerdì 15 maggio 2015 TIRRENO PISA Pagina: III

La scuola: il corso di cultura rom è stato approvato

I percorsi di integrazione nelle scuole di Pisa, percorsi dedicati anche ai rom che tanto stanno facendo discutere in questi giorni, si svolgono ogni anno per tentare di risolvere il problema della dispersione scolastica. Perché solo allamedia Fucini e solo adesso diventano motivo di polemica? Dalla scuola fanno sapere che i corsi sono stati approvati nel consiglio di classe di marzo e che anche gli altri anni si sono svolti la mattina. Queste sono le novità emerse nella giornata di ieri che vanno a integrare il quadro già noto: sette sono gli istituti comprensivi di Pisa che seguono questi percorsi; alla Fucini i laboratori all’inizio erano stati programmati di pomeriggio, ma la frequenza facoltativa non aveva aiutato a raggiungere un buon successo di partecipanti; infine, sempre alla Fucini, i bambini stranieri sono quasi tutti di una stessa etnia, pertanto le esperienze che i piccoli raccontano all’interno delle lezioni hanno fatto sì che i corsi siano stati percepiti come “di cultura rom”. I maliziosi parlano di concomitanza con la campagna elettorale e di polemiche nate come possibile strumentalizzazione delle forze politiche; rna resta il fatto che, se anche fosse così, la miccia non è stata accesa dai partiti. Sembra che sia stato un genitore il primo a lamentarsi e che la sua protesta abbia in seguito coinvolto anche alcuni insegnanti.
Così alla professoressa Marta Trafeli, responsabile dell’area “intercultura” nella Fucini, ieri mattina durante la cerimonia per commemorare la strage di Capaci in cui morì il giudice Giovanni Falcone, è scappato uno sfogo udito da molti presenti: «Sono inutili queste cerimonie se poi non difendiamo il quotidiano dagli stereotipi».
Intanto, dopo gli interventi di Lega (sulla vicenda si è espresso pure il segretario nazionale Matteo Salvini) e di Fratelli d’Italia, ieri Diego Petrucci e Maurizio Nerini, consiglieri comunali di “Noi adesso Pis@”, hanno depositato un’interpellanza nella terza commissione consiliare (che si occupa anche di pubblica istruzione): nel testo si chiedono delucidazioni sul tutto il percorso decisionale e organizzativo dei corsi; e poi si chiede chi finanzia i progetti e se ci sono cooperative o associazioni coinvolte.
Petrucci confessa di nutrire scarse speranze in una risposta, perché sono tante le interpellanze depositate e chissà quando finiranno in agenda dei lavori: «Abbiamo presentato a marzo una interpellanza sulla vicenda delle lezioni dedicate alla cultura gender; siamo in attesa di risposte dopo oltre 2 mesi».
Anche l’assessore alla scuola, Marilù Chiofalo, ieri ha commentato: «L’amministrazione comunale, insieme alla Società della salute e alle scuole, ha sempre promosso progetti finalizzati all’educazione alla diversità e in particolare all’inclusione culturale e il contrasto agli stereotipi». In questo contesto Chiofalo inserisce la vicenda: «Oggi si parla dello stesso progetto che facciamo da anni e che rappresenta uno dei vari strumenti con cui svolgiamo questo lavoro» di integrazione. L’assessore fa notare che tra tutti gli alunni stranieri, «le bambine e i bambini dei campi sono a rischio costante» e rappresentano il problema numericamente più importante sul totale della dispersione scolastica. Quindi il lavoro si deve concentrare su di loro. In conclusione, «è importante che queste attività facciano parte del piano formativo e siano discuesse negli organi decisionali. A me risulta che così sia stato». (g.c.)

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