L’affluenza va a picco Astensionismo decisivo

IL TIRRENO PISA, pagina 11
Gli elettori crollano del 22% rispetto alle Politiche di tre mesi fa e del 26% in confronto alle Comunali del 2008. Solo il 38,67% e andato alle urne
Crolla l’affluenza alle elezioni amministrative. Un crollo che dà l’idea di un cataclisma. Alle 22 di ieri sera, chiusura dei seggi, appena 27.814 pisani era an dato a votare, il 38,67%. Ben il 22% in meno delle Politiche di tre mesi fa, il 26% in meno delle Amministrative del 2008. Se si voleva un segnale ulteriore della disaffezione degli elettori la politica, il dato di ieri è uno squillo di tromba.
Non basta ricordare che cinque anni fa ci fu l’election day e si votò insieme per Comunali e Politiche; e che ieri sia la bella giornata di sole che la semifinale dei playoff all’Arena, dove c’erano 10.000 spettatori, possono aver distratto una parte dei pisani che avranno tempo oggi fino alle 15 per votare. La diminuzione è clamorosa e condizionerà sicuramente il risultato. Sarà da vedere chi risulterà più penalizzato dalla massiccia astensione.
Il flusso degli elettori non ha conosciuto sbalzi in tutta la giornata. La percentuale era già bassissima al primo rilevamento (11,21 alle ore 12, contro il 18,64 delle precedenti Comunali e 17,69 delle Politiche 2013) con un crollo vertiginoso nel pomeriggio (30,03%a alle 19, contro il 52,55% delle Comunali 2008 e il54,29%a delle Politiche del febbraio scorso). I candidati hanno fatto il loro dovere di buon mattino, forse per dare l’esempio. Ha votato anche Mari a Chiara Carrozza, ministro del governo Letta.
La sfida. La sfida è al candidato sindaco uscente, Marco Filippeschi, ricandidato dal centrosinistra. La coalizione che lo sostiene comprende il Pd, Sel, Idv, Riformisti per Pisa e In lista per Pisa. Otto candidati cercheranno di impedirgli la vittoria già oggi e di portarlo al confronto diretto del secondo turno. A caccia di un posto da sfidante nell’eventuale ballottaggio sono in campo Valeria Antoni (Movimento 5 Stelle), Franco Mugnai (Pdl, La Destra e Lega Nord), Diego Petrucci (Noi Adesso Pis@), Francesco Auletta (Una città in Comune e Rifondazione comunista), Mario Biasci (Avvenire per Pisa), Salvatore Montano (Comunisti italiani), Carlo Lazzeroni (Udc) e Emanuele Guidi (Giovani per le istituzioni).
La protesta. Protesta un elettore che si è sentito penalizzato per il semplice fatto di avere una carta d’identità elettronica. «Oggi (ieri ndr) sono andato in Comune per rinnovare la mia carta d’identità elettronica (Cie) per poi andare a votare racconta Camillo Brandi L’impiegata mi ha fatto presente che l’ufficio preposto era chiuso e che pertanto l’unica possibilità che avevo era di rinnovarla richiedendo quella cartacea. Inoltre mi ha segnalato che se fosse stato aperto l’ufficio, avrei potuto prorogarla per altri 5 anni a costo zero. Con mio stupore, e consideran do che il voto è un diritto/dovere, sono stato costretto a rinnovare la carta d’identità prendendo quella tradizionale e rinunciando di fatto alla Cie. (costo totale, 5 euro, più altri 5 euro di rinnovo contro gli zero euro della Cie). Mi chiedo, a cosa serve avere una Cie se poi non si hanno gli stessi diritti (ufficio rinnovo aperto) di chi ha una carta d’identità tradizionale? Infine dite una volta per tutte che la Cie è stato un fallimento (spesso all’estero mi hanno fatto problemi) e ritiratela, senza usare questi escamotage che sanno di presa in giro».

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