“Non ho paura di essere minoranza”

Gli Assalti Frontali, un gruppo underground della periferia romana, di cui amo il rap, lo spirito narrativo vivace e crudo, vicini da anni per l’impegno politico, cantano “non ho paura di essere minoranza”.

Alla prima legislatura, dopo un anno in Consiglio Comunale, mi trovo più volte al giorno a pensare a quella frase, che a guardarla bene nasconde il significato opposto a quello che potrebbe avere in apparenza. Potrebbe sembrare, infatti, sinonimo di un atteggiamento minoritario, oppure, rappresentare altro.

Anche in queste settimane, con grande strumentalità, si gioca con le stesse parole, ma minoranza e minoritarismo sono cose molto diverse.
Come prima cosa, si può essere minoritari stando in maggioranza.
Quando si svendono intere città si è parte di un minoritarismo culturale che avvolge la politica con la subalternità al dettato delle spietate logiche europee di austerità.
Quando si propone una idea diversa di amministrazione, che non si piega ai ricatti delle compatibilità e dei poteri forti, si è minoranza, ma con un messaggio che potenzialmente ha una grande capacità di espansione e allargamento.

Si è minoritari quando, pur essendo maggioranza in Consiglio, si fa mancare il numero legale più e più volte sulle proposte dell’opposizione, per paura di non reggere le tensioni interne.
E, soprattutto, si è minoritari quando non si ascolta il grido di sofferenza di migliaia di persone colpite dalla crisi, che non riescono ad arrivare a fine mese e che chiedono interventi decisi contro i poteri forti.

Non essere succubi delle logiche della governabilità fine a stessa, che non muta le condizioni materiali di chi oggi si trova alla base della piramide dell’ingiustizia sociale, è esattamente l’opposto del minoritarismo. E’ minoranza che cerca crescita, consenso e nuovi sostegni.

Non bisogna avere paura di essere minoranza quando si costruisce un percorso per la chiusura di un inceneritore, nè quando si prova a introdurre la progressività dell’addizionale Irpef. Né quando si difende uno spazio culturale occupato o si propone di riutilizzare subito il patrimonio pubblico abbandonato e lasciato al degrado, oppure quando si chiede di requisire le case sfitte. Nè quando siamo contrari alla esternalizzazione degli asili nido.

La vera sfida è riuscire ad ampliare la consapevolezza, affinché queste priorità smettano di appartenere alla sola minoranza, per diventare patrimonio condiviso della maggioranza. Accadrà se saremo capaci di farle vivere fuori dal Consiglio Comunale nelle opinioni comuni e nelle lotte sociali. “Non ho paura di essere minoranza” e so, soprattutto, che domani potremo dire “non ho paura di essere maggioranza”.

Ciccio Auletta, capogruppo di Una città in Comune e Rifondazione Comunista al Comune di Pisa

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