Nuovo progetto di potenziamento della base di Camp Darby

Più di un anno fa il Comune di Pisa ha partecipato ad una riunione presso la Regione Toscana in cui è stato illustrato il progetto di potenziamento della base militare di Camp Darby. E’ questa la sconcertante dichiarazione fatta dall’assessora Zambito 15 giorni in Consiglio comunale in risposta ad un question time presentato dal nostro gruppo consiliare che solo qualche giorno prima aveva reso pubblico questa opera di potenziamento di Camp Darby, a cui i governi italiano ed americano da tempo lavorano nel silenzio.

Non possiamo che definire gravemente omissivo il comportamento tenuto fino ad oggi dal Sindaco e dalla Giunta che, nonostante la rilevanza del progetto e l’impatto che questo avrà sul nostro territorio, si sono guardati bene dall’informare sia i capigruppo, sia il Consiglio comunale sia la cittadinanza.

Quando invece il primo dovere di un amministratore sarebbe stato quello di aprire una grande discussione pubblica e avviare tempestivamente tutte le azioni necessarie per contrastare questo rafforzamento delle funzioni e del ruolo di Camp Darby. Nonostante, quindi, le numerose dichiarazioni dell’ultimo anno e mezzo in cui si annunciava un ridimensionamento di questa base, in realtà stiamo assistendo esattamente al contrario.

Il progetto prevede, infatti, la realizzazione di una nuova linea ferroviaria che collegherà la stazione di Tombolo con un nuovo terminal di 18 metri di altezza all’interno della base e un altro terminal più piccolo che avrà le funzioni di controllo e sicurezza. La linea prevede anche la realizzazione di un ponte girevole sul Canale dei Navicelli e verrà ingrandito il molo esistente “Tombolo dock”: il tutto per poter gestire un traffico fino a 2 treni al giorno (oggi, di norma, si prevede un treno ogni 2/3 mesi).

E’ quindi prevedibile che dagli arsenali di Camp Darby, una volta realizzato questo progetto, sarà un continuo via vai di mezzi e armi per i molteplici scenari di guerra in cui gli Usa sono impegnati.

Camp Darby, base logistica dell’Esercito Usa dove sono stoccate enormi quantità di armi per le forze terrestri ed aeree, svolgerà così un ruolo sempre più importante insieme con il porto di Livorno che è ora collegato a quelli di Aqaba (Giordania) e Gedda (Arabia Saudita) da grandi navi della compagnia statunitense «Liberty Global Logistics», che con un regolare servizio mensile trasportano le armi di Camp Darby in Medioriente per le guerre in Siria, Iraq e Yemen.

Da qui la necessità per gli Usa di potenziare il collegamento della base col porto, con una linea ferroviaria che  permetta il transito di maggiori carichi di armi ed esplosivi, mettendo ancora più a rischio gli abitanti della zona.

Il Governo italiano (prima Renzi, e ora Gentiloni) attraverso il Ministero della Difesa non solo si è fatto copromotore di questa operazione, ma ha steso un tappeto rosso agli americani definendola un’”opera destinata alla difesa nazionale” in modo da esonerarla dal controllo di conformità urbanistica. Ciò comporta che queste strutture possano essere realizzate anche sono in contrasto con il Piano Territoriale del Parco e con il Piano di Gestione delle Tenute di Tombolo e Coltano, come evidenziato dallo stesso Ente Parco nella delibera assunta al riguardo nell’aprile di quest’anno.

Non solo, anche la Valutazione di Incidenza, obbligatoria per il fatto che l’area interessata è all’interno di un Habitat prioritario (SIC “Selva Pisana”) tutelato dalle direttive comunitarie 92/43/CEE (Habitat) e 147/2009 (Uccelli), non potrà impedire la realizzazione dell’opera che, tanto per citare uno degli impatti, prevede l’abbattimento di circa 1.000 alberi nel cuore della riserva.

La valutazione di incidenza, dopo l’istruttoria degli uffici del parco e del comitato scientifico è risultata negativa. Ovvero si ritiene che gli impatti provocati dalle infrastrutture previste saranno permanenti e tali da compromettere irrimediabilmente parte degli habitat protetti.

Come documentato dallo studio di incidenza, il progetto avrà impatti significativi in termini di impermeabilizzazione del suolo, interazioni con la falda acquifera, taglio di alberi, disturbo e abbattimento della fauna, interruzione di corridoi ecologici, sottrazione di vari tipi di habitat, tra cui 2270* (Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster) e 91E0* (Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae), a priorità assoluta di conservazione a livello di Direttiva Habitat. Inoltre, nonostante la superficie interessata dal progetto sia relativamente ridotta in proporzione all’estensione del SIC/ZCS/SIR, essa avrà un imponente sviluppo lineare per 2,5 Km, andando a costituire una invalicabile barriera ecologica all’interno dell’area protetta.

Il Parco, messo di fronte all’impossibilità di impedire la realizzazione dell’opera ha chiesto importanti opere di compensazione: noi crediamo che non ci sia opera di compensazione che possa  restituire habitat irrimediabilmente distrutti. L’unica strada possibile è quella di non realizzarla affatto.

Secondo il Governo italiano, il nostro territorio e le comunità che lo vivono dovrebbero sopportare tutto questo e chinare il capo di fronte a ragioni di pubblica sicurezza dovute alle necessità dell’esercito USA e ai suoi interessi economici.

L’Italia di Gentiloni si conferma in prima fila accanto agli Usa di Trump per garantire ancora una volta che pezzi interi del nostro territorio siano devastati ad uso e consumo degli affari di morte americani.

Già negli scorsi giorni è partita una ampia e plurale mobilitazione sia a livello cittadino sua regionale promossa dalla Campagna territoriale di resistenza alla guerra area Pisa/Livorno che ha promosso una prima iniziativa il 2 giugno proprio davanti alla base militare.

Da parte nostra cercheremo di impedire l’avvio di questi lavori e n on siamo disposti a tollerare che i nostri territori siano servitù per il trasporto di materiale bellico: nessuna infrastruttura civile deve essere messa a disposizione per queste attività. E riteniamo che sia dovere di questo Consiglio comunale prendere una posizione chiara e netta su quanto sta accadendo

A nostro avviso contro la guerra e per la costruzione della pace c’è una sola opzione: partire dallo smantellamento di Camp Darby e dalla sua riconversione ad usi civili.

Francesco Auletta

Marco Ricci

A questo link è possibile leggere la mozione presentata in consiglio il 08/06/17

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