Occupata la sede del PD, protesta contro il Jobs Act

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Occupata da una cinquantina di persone la sede del Pd di Pisa. Lavoratori, precari e studenti che ruotano intorno ai Cobas e al collettivo studentesco Exploit, intorno alle 16.30 di oggi pomeriggio sono entrati nella sede di via Fratti per protestare contro l’approvazione del Jobs act di ieri alla Camera.
“Il jobs act è stato votato alla Camera – affermano – con un giorno d’anticipo rispetto alla tabella di marcia dei lavori parlamentari. Una discussione a tappe (volutamente) forzate, un anticipo senza nessun preavviso, forse nel tentativo di chiudere in fretta una vicenda talmente infamante per la politica odierna, che lo stesso partito promotore, il PD del superpremier Renzi, ha affrontato un’ennesima spaccatura interna per poterlo approvare”.
“L’ opposizione a Renzi e alle sue manovre scellerate, di cui il Jobs Act rappresenta la forma più compiuta, è ormai diffusa in tutto il Paese e trasversale come non mai. Lo dimostrano le contestazioni che si sono ripetute, puntualmente, ad ogni apparizione pubblica del premier e degli esponenti del suo governo, in ogni città d’Italia”.
“Nonostante le mobilitazioni e gli scioperi che inondano il Paese – aggiungono i manifestanti – Renzi e Poletti accelerano e il Jobs Act procede verso l’approvazione definitiva. L’emendamento governativo, che nulla risolve rispetto all’eliminazione dello Statuto dei lavoratori, è servito soltanto a pacificare una parte del PD, comprimendo al minimo l’opposizione della minoranza. La logica rimane la stessa: eliminare l’articolo 18 senza estendere, a mezzo di risorse adeguate, gli ammortizzatori sociali. Una truffa ai danni di tutti, precari e lavoratori stabili”.
“Il 14 Novembre scorso – ricordano in una nota – è stata costruita una straordinaria giornata di sciopero sociale. È stato soprattutto uno sciopero di chi si oppone con forza al jobs act, alla precarietà imposta, al ricatto del lavoro gratuito come unica possibilità di ingresso nel mondo lavorativo, sotto la forma subdola di stage, tirocino, contratti in formazione che altro non nascondono se non sfruttamento e precarietà.
“Un manifesto pubblicitario del PD torinese a proposito del jobs act mostrava, ipocritamente, le sagome degli Strikers, gli scioperanti senza volto e con le braccia incrociate a cui abbiamo dato voce e parola tutt* insieme nella costruzione della giornata del 14N. Siamo qui oggi perché siamo noi quegli strikers.
Come è già accaduto stamattina a Roma, dove precarie e precari hanno invaso il Ministero del Lavoro al grido di “Non in mio nome!”, anche a Pisa oggi gli strikers continuano a parlare, a partire proprio dai luoghi simbolo delle contraddizioni del jobs act. L’opposizione al Jobs Act va avanti ora e andrà avanti durante il voto finale al Senato, e nel periodo di definizione dei decreti attuativi”.

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