Presidio dei dipendenti della Sapienza «Abbandonati anche dal Ministero»

NAZIONE PISA, pagina 2 (di ELEONORA MANCINI)
La biblioteca potrebbe passare all’ateneo. Venerdì ministri a Pisa
E’ FORTE il senso d’allarme che serpeggia fra i dipendenti della Biblioteca Universitaria di Pisa e gli Amici della Bup che ieri mattina hanno organizzato una assemblea pubblica in piazza Dante, davanti al palazzo della Sapienza chiuso dal 29 maggio 2012. Da un anno e cinque mesi nulla è mutato e ora il vento già contrario per la Biblioteca Universitaria rischia di trasformarsi in bufera. O almeno così sembra, se venerdì i timori e i rumores di questi giorni saranno confermati. I ministri Carrozza e Bray saranno infatti a Pisa dopodomani e potrebbero formalizzare il trasferimento della gestione della Biblioteca Universitaria di Pisa dal Ministero dei Beni Culturali all’ateneo. Questo potrebbe comportare per i dipendenti, già penalizzati nell’esercizio del loro lavoro quotidiano, ulteriori aggravi.
POTREBBERO infatti essere trasferiti ad altri uffici del Ministero e destinati ad altre mansioni, «dopo decenni dedicati esclusivamente ai libri della Bup», commenta Giuseppe Leccese, uno dei lavoratori. Al patrimonio librario conservato in Sapienza potrebbe invece toccare in sorte un ulteriore smembramento, verso il quale è già avviato con il trasferimento di una parte di volumi al San Matteo. La rabbia di lavoratori e studiosi era viva e bruciante, ieri, in piazza Dante, e accresciuta dall’assenza di un dettaglio tanto importante quanto più volte invocato. La perizia sullo stato della Sapienza.
LAVORATORI e Amici della Bup chiedono le ragioni delle decisioni che in questi mesi sono state prese o solo valutate sul destino della Biblioteca in assenza di una perizia. Deprecano il metodo con cui la questione è stata gestita: «E’ stata ordinata la chiusura di un palazzo storico senza alcuna perizia ufficiale – ribadisce Chiara Frugoni disponendo parallelamente il trasferimento di una parte del patrimonio in altra sede per la quale sono stati spesi centinaia di migliaia di euro». Se fosse una figura retorica, mormora qualche studioso, «sarebbe uno hysteron-proteron», e spiega: «Le cose sono state fatte alla rovescia». Si teme che, durante le operazioni di trasferimento al San Matteo, i libri possano andare persi. Come successe nel 1982, ricordano alcuni, quando una preziosa cinquecentina andò perduta e la direttrice di allora dovette rifondere il danno.
LAVORATORI e Amici della Bup, assieme ai sindacati e ad alcuni esponenti di poche forze politiche (Raffaele Latrofa di Noi Adesso Pisa, Federico Oliveri di Re e Laura Baldini di Una Città in Comune) chiedono perciò dati reali sulle condizioni del palazzo della Sapienza. Sottolineano incoerenze palesi fra la chiusura per inagibilità e il quotidiano viavai autorizzato dei dipendenti. Essi, infatti, vi entrano privi di protezioni di sicurezza e senza l’accompagnamento dei Vigili del Fuoco – al contrario di quanto è avvenuto solo nei primi giorni successivi all’ordinanza di inagibilità -, per di più in quella parte del palazzo che, secondo quanto attestato dai sopralluoghi, sarebbe la più instabile a causa del peso dei 600mila volumi della Biblioteca.
INCONGRUENZE in cerca di risposte, insomma, che solo la perizia dei tecnici potrebbero chiarire. Oggi la direttrice della Bup, Angela Marseglia, ieri grande assente dalla manifestazione, incontrerà a Lucca il Ministro Bray invitato al Lubec. In parallelo, a Roma, la presidente degli Amici Bup, Chiara Frugoni, incontrerà il ministro Carrozza. Dipendenti e studiosi attendono risposte concrete venerdì mattina, quando Bray e Carrozza saranno alla Scuola Normale e non potranno sottrarsi alle urgenti preoccupazioni per la sorte del simbolo della cultura cittadina. Chiuso da un anno.

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