Primo maggio a Expo 2015?

Il primo maggio quest’anno sarà davvero speciale. Perché a Milano c’è Expo 2015. E siamo tutti invitati ad andarci. Dopotutto, è il più grande evento mondiale sull’alimentazione! Almeno, così declama il sito internet che ci invita anche ad essere protagonisti. E in prima pagina annuncia che si tratta di un “laboratorio di innovazione che contribuirà a creare le linee guida per avere nel futuro cibo sano, sicuro, sostenibile e sufficiente per tutti”.

Ma ormai sono emerse in tantissime le contraddizioni rispetto a questa declamazione, a partire dalla presenza di multinazionali come McDonald e COCA-COLA, che tutto producono tranne cibo sano e sicuro. Di San Pellegrino, dietro cui si nasconde Nestlé. Il presidente di questa multinazionale, nel 2011, disse di essere “non contrario” alla creazione di una Borsa dell’acqua utilizzata nei processi industriali e agricoli. In verità, Expo 2015 è la vetrina di un modello di sviluppo che crea ingiustizia alimentare e povertà: con l’appropriazione dei brevetti delle sementi, con la privazione delle terre ai contadini, con un modello produttivo che genera desertificazione e migrazioni epocali.

Per Expo 2015 ci sono state grandi speculazioni immobiliari, con corruzione sugli appalti, infiltrazioni di aziende mafiose, opere i cui costi appaiono fuori controllo e gonfiati. E’ il modello delle grandi opere, in Italia ormai un sistema collaudato che intacca le reali risorse economiche del Paese. Si sono consumati grandi estensioni di terra fertile e agricola (si parla di esproprio e cementificazione di 1.000 ettari): il consumo di suolo è uno dei grandi problemi del nostro Paese, e avviene a carico di terre preziose, che possono produrre cibo, dare autosufficienza alimentare. Autosufficienza che oggi non abbiamo. Ma allora, perché continuare a cementificare nuovi terreni? E ancora: quale sorte è riservata oggi ai contadini e ai lavoratori della terra del nostro Paese? In Italia, come in tante parti del mondo i contadini, i piccoli agricoltori, i produttori di cibo, costituiscono oggi come sempre la base essenziale per la vita delle nostre società, ma sono i peggio remunerati fra i ceti produttivi. Quando non accade che, come nel caso dei braccianti agricoli migranti di Rosarno, di Nardò e di altre campagne italiane, si trovino in condizioni di schiavitù sostanziale. Nei mesi di preparazione dell’Expo, un dibattito su questo è mancato del tutto.

Infine, si è tanto parlato dei ragazzi che stanno rifiutando le offerte di lavoro a Expo, riproponendo un’antica e insopportabile retorica: chi non lavora è perché non lo vuole fare. Ma vogliamo dire quali sono le condizioni di lavoro offerte? Vogliamo parlare di lavoro volontario, di remunerazione ridicola quando la fatica non è gratis? Vogliamo dire che certe condizioni si possono accettare solo quando ci si trova in condizioni di grandi precarietà? Alla faccia dell’innovazione! La proposta è la stessa di 200 anni fa!

E’ uscita la Carta di Milano, documento base di Expo, che inizia con questa intestazione: “Salvaguardare il futuro del pianeta e il diritto delle generazioni future del mondo intero a vivere esistenze prospere e appaganti è la grande sfida per lo sviluppo del 21° secolo. Comprendere i legami fra sostenibilità ambientale ed equità è essenziale se vogliamo espandere le libertà umane per le generazioni attuali e future.” Ancora un’intenzione che è in contrasto con la realtà dei fatti.

Per questo il primo maggio 2015 sarà davvero speciale: le contraddizioni del mondo neoliberista sono palesate proprio in questi giorni in tutta la loro forza in questo Paese, con Expo 2015. Per questo in tanti saranno a Milano domani alla manifestazione della MayDay. E mi auguro che altrettanti parteciperanno alle manifestazioni che ci saranno in provincia di Pisa. Il primo maggio è la festa dei lavoratori e delle lavoratrici che hanno da sempre combattuto per diritti e dignità: quello che Expo 2015 dice ma non mette in pratica.

 

Tiziana Nadalutti

candidata alle elezioni regionali nella lista SI’-Toscana a sinistra (collegio elettorale di Pisa)

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