Raduno Agesci a San Rossore: un confronto tardivo e picaresco

La tardiva e picaresca convocazione di un confronto pubblico sul raduno Agesci a San Rossore lanciata con piglio cavalleresco dal Direttore del Parco, Gennai, evidenzia come l’atteggiamento pregiudiziale su questo evento sia stato adottato fin dall’inizio dalla Regione Toscana, dal Presidente del Parco e dal suo Direttore.

Se pregiudizi, infatti, ci sono stati, i principali responsabili sono loro ed in particolare il Dottor Gennai che, venuto a conoscenza formalmente del progetto Agesci nel mese di Febbraio, ha di fatto eluso quel confronto pubblico che doveva essere ricondotto fin dall’inizio all’interno di una procedura di autorizzazione che prevedesse la possibilità di sottoporre ad un vaglio pubblico e competente il progetto e le osservazioni dei portatori d’interesse, compresi i soggetti del mondo accademico e scientifico che lo stesso Gennai accusa, invece, di pregiudizio.

Non si capisce in base a quale ratio, a quale concezione amministrativa, si sia addivenuti all’autorizzazione dell’evento attraverso un banale nullaosta di pertinenza esclusiva del Direttore del Parco, e allo stesso tempo non si sia scelta la strada più consona alla tutela di un bene pubblico, iscritta nelle leggi regionali e nazionali, che avrebbe consentito la presa in carico e la discussione formale di osservazioni pertinenti sia dal punto di vista degli interessi sia dal punto di vista delle competenze.

Si è voluto, invece, ridurre il tutto ad una manifestazione d’altri tempi per riparare l’onore offeso, senza che tale evento, ormai tardivo, possa avere la benché minima incidenza su una decisione assunta da tempo. Dato che si tratta di cosa pubblica, la tenuta di San Rossore, e non di un marchesato, ci chiediamo se il nome del casato del Dottor Gennai possa essere più tutelato nell’amministrazione di un feudo piuttosto che in quella di un Parco regionale pubblico, che sicuramente ne avrebbe avuto maggior giovamento.

Rifondazione Comunista Pisa e Una città in comune

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