Rom, centinaia di firme per chiedere la fine degli sgomberi

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In pieno clima festivo non si placa la polemica intorno alla questione delle presenze di persone rom sul territorio pisano.
Dopo lo sgombero di via dell’Immaginetta, dopo l’annuncio di un’azione civile alla Corte Europea per i diritti dell’uomo e la lettera inviata al Prefetto e all’Autorità Anti-Discriminazione del governo italiano (UNAR) contro le dichiarazione dell’assessore Sandra Capuzzi, ad arrivare è stata la lettera dell’eurodeputata Barbara Spinelli (nel box) indirizzata al Prefetto Vicario di Pisa, Massimo Valerio Romeo. Una missiva in cui l’eurodeputata, rispetto alla dichiarata esigenza di passare dalle 860 presenze censite a 400, afferma che ci troviamo di fronte a “dichiarazioni sconcertanti prima ancora che in evidente contrasto con le normative nazionali e comunitarie in materia di discriminazione”.
E mentre al Prefetto Vicario arriva la solidarietà di esponenti del centro destra cittadino, come quella di Giovanni Garzella, capo Gruppo di Forza Italia – PDL, nel giorno di Santo Stefano 160 persone, genitori di bambini e bambine che frequentano le scuole di Sant’Ermete e Putignano hanno preso carta e penna per scrivere al Sindaco, all’Assessore delle politiche sociali del comune di Pisa e al Consiglio Territoriale di Partecipazione 3, per chiedere che si metta fine a un clima di allarmismo e di avviare progetti di inclusione seria, scolarizzazione in primis, in grado di mitigare il disagio sociale, cessando la politica degli sgomberi.
160 dicevamo le firme raccolte fuori dalle scuole Don Milani, Morelli e all’asilo nido di Putignano in tre giorni: “Sebbene alcuni genitori non hanno posizioni particolarmente aperte verso i rom – ci spiega una delle mamme che hanno promosso la raccolta – a prevalere è stata la forte preoccupazione per questi bambini e per il rischio che non frequentino più la scuola, cosa che oggi fanno regolarmente, se sgomberi dovessero essere messi in atto”.

Il testo della lettera
Siamo genitori di bambini e bambine che frequentano le scuole di Putignano e S.Ermete.
I nostri figli e le nostre figlie hanno molti compagni e compagne che parlano altre lingue o i cui genitori sono nati in altri paesi. Molti di essi sono rom. Altri sono albanesi, tedeschi, filippini, marocchini, americani o di tante altre nazionalità e culture. I nostri figli sono loro amici. Giocano insieme, lavorano insieme, spesso litigano e poi fanno pace. Ai nostri figli non interessa se i propri amici sono rom oppure no. Per loro sono bambini e basta.
Noi pensiamo che maggiore sia la diversità nella scuola, più i nostri figli impareranno a confrontarsi con tutti, a trovare accordi, a diventare cittadini consapevoli. E allora ben vengano tutte le nazionalità e tutte le culture, anche perché così sono le cose e negarle è inutile e controproducente.
Dei bambini rom delle nostre classi abbiamo finito per conoscere anche i genitori e abbiamo avuto conferma che sono esseri umani come noi. Certo, spesso sono persone in difficoltà economiche o sociali. Spesso vivono in condizioni molto difficili.
Ecco, noi pensiamo che sia proprio su questo tema che il Comune dovrebbe intervenire. Infatti, più il disagio sociale è alto, più aumentano i conflitti tra le persone. Più le persone si sentono escluse ed emarginate più hanno comportamenti difficili da accettare. Nessuno di noi ha la bacchetta magica che crea posti di lavoro. Magari l’avessimo. In tempo di crisi sarebbe molto utile!
Tuttavia non è creando un clima di allarmismo, che va ad aumentare l’ignoranza e la diffidenza pre-concetta, che questa realtà si modificherà. Non è sbattendo le persone per la strada, togliendo loro il terreno e la casa, condannandole al freddo e alla miseria che si risolvono i problemi! Chiediamo al Comune di cessare questa politica di sgomberi (peraltro illegali secondo le Linee Guida delle Nazioni Unite sugli sgomberi forzati e la Carta Sociale Europea): per cambiare la situazione attuale sono necessari progetti di seria inclusione a partire dal diritto allo studio e politiche di più ampia visione per le generazioni future, che possano garantire a tutti una vita dignitosa e contribuiscano a mitigare i conflitti di vicinato nel quartiere.

La lettera di Barbara Spinelli
Gentile Signor Prefetto Vicario,
Le scrivo a seguito delle Sue dichiarazioni, riportate dalla stampa locale in data 12 dicembre 2014.
Tali dichiarazioni, rilasciate nel corso di una conferenza stampa congiunta con il Comune di Pisa, alludono alla necessità di ridurre drasticamente il numero di persone rom, sinti e caminanti sul territorio provinciale: secondo quanto riportato dai quotidiani, l’obiettivo dichiarato sarebbe passare dagli 860 attualmente censiti nell’area pisana, a un numero giudicato “sostenibile” di 400 presenze complessive. Si tratta di dichiarazioni sconcertanti – prima ancora che in evidente contrasto con le normative nazionali e comunitarie in materia di discriminazione. In base a quale criterio e a quale legittimità ci si può arrogare il diritto di definire quante e quali persone sono “sostenibili” su un territorio? Nella speranza che le Sue parole siano state mal riportate dalla stampa, e che Lei voglia rettificarle, Le facciamo presente che né gli Stati membri, né gli enti locali, possono stabilire “quote massime” di residenti su base etnica. Le norme in materia di ingresso e soggiorno possono prevedere, qualora la legislazione di un singolo Stato lo consenta, numeri massimi di cittadini stranieri da ammettere sul territorio; tuttavia tali limitazioni numeriche, che in ogni caso sono di pertinenza dello Stato centrale – e a maggior ragione in Italia, dove la residenza e l’immigrazione sono materie ad esso riservate (cfr. Costituzione, art. 117) – non possono essere definite su base etnico-razziale.
Non è quindi legittimo parlare di sostenibilità, con riferimento agli aspetti quantitativi della presenza delle comunità rom, sinti e caminanti: si configurerebbe un’evidente discriminazione su base etnico-razziale, vietata dalle norme comunitarie e internazionali (cfr. inter alia, Direttiva 2000/43/CE del Consiglio europeo, che attua il principio della parità di trattamento fra persone, indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica; Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 21 dicembre 1965, ratificata dall’Italia con legge n. 654 del 13 ottobre 1975).
É importante inoltre ricordare che l’Unione europea – a partire dalla Comunicazione del 5 aprile 2011, COM(2011) 173 definitivo – ha raccomandato agli Stati membri politiche inclusive nei confronti delle comunità rom, sinti e caminanti: queste politiche riguardano in particolare l’inserimento abitativo delle famiglie che vivono in luoghi segregati, l’inserimento lavorativo degli adulti, la scolarizzazione dei minori e il pieno accesso ai diritti fondamentali.
L’Unione europea raccomanda inoltre il massimo coinvolgimento delle comunità nei processi decisionali che le riguardano.
Le Sue dichiarazioni lasciano inoltre intendere possibili espulsioni collettive dei rom, sinti e caminanti – espulsioni anch’esse vietate dalle norme comunitarie e internazionali (Protocollo n° 4 alla Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e della Libertà fondamentali, nonché Articolo 19 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea).
Non posso infine passare sotto silenzio la presenza di minori e donne incinte nei campi: persone vulnerabili la cui presenza, a Suo dire, imporrebbe uno “smantellamento graduale” dei campi. Quasi che l’operare in modo “graduale” lo smantellamento possa giustificare la violazione dei diritti e l’assenza di considerazione dei superiori interessi dei minori: obblighi derivanti da norme comunitarie e internazionali (Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, Articolo 24 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea).
Sono certa che Lei, Signor Prefetto Vicario, saprà dare opportuna attuazione, nel territorio pisano, a tali indicazioni.
Le ricordo infine che nel 2010 il governo francese annunciò l’intenzione di smantellare alcuni campi rom e fu severamente ammonito dall’Onu, dal Parlamento europeo e dalla Commissione di Bruxelles, che minacciò di attivare una procedura di infrazione nel caso le autorità francesi non fossero immediatamente tornate sulla loro decisione.
In attesa di un Suo cortese riscontro, Le invio i più cordiali saluti,
On. Barbara Spinelli
Parlamento Europeo, Gruppo GUE, L’Altra Europa per Tsipras

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