Tiziana Nadalutti: “diritto all’abitare: si può fare tutta un’altra scelta”

L’abitazione è un diritto di ogni persona, riconosciuto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti umani. Perché, è ovvio, senza la garanzia di un tetto la possibilità di avere una vita sicura e dignitosa è decisamente limitata, se non impossibile.

Ora, che la crisi continua a mordere, che ogni giorno nuove persone perdono il lavoro, si fanno anche delle norme che ledono questo diritto fondamentale. Perché è questo che fa il Piano casa del governo Renzi e perché è questo che fa la nuova legge regionale toscana sulla casa (Legge Saccardi).

La Toscana è la regione con il più alto numero di sfratti per morosità incolpevole e con un’emergenza abitativa esplosiva. In tanti stanno rimanendo senza abitazione o sono sotto sfratto. Non stupisce la scelta di occupare degli stabili: il bisogno è ben più pressante di tante regole. Non fa scandalo, l’occupazione, che riafferma un diritto: fa scandalo che la nostra società e le nostre istituzioni non si adoperino per mettere in atto i principi della Dichiarazione Universale dei Diritti umani.

Al di là della vernice “sociale”, la legge Saccardi sbarra la strada ad un alloggio popolare a migliaia di persone, decreta l’espulsione di molte famiglie che vivono in case popolari e accelera lo smantellamento dell’edilizia residenziale pubblica.

Come non sottolineare infatti che la normativa stabilisce che chi ha affrontato l’emergenza con le occupazioni non può ottenere la residenza né l’allacciamento ai servizi nell’immobile occupato? E che questo, in contrasto con la Dichiarazione universale e con la Costituzione, è aggravato dalla legge regionale che stabilisce che chi occupa non può partecipare ai bandi per l’assegnazione di alloggi popolari?

Come non notare che con la revisione dei punteggi e delle modalità di assegnazione delle case popolari, in base ai nuovi criteri previsti vi è il concreto e fondato rischio di  escludere gran parte di coloro che si trovano in condizioni di precarietà economica e lavorativa?

Come non rendersi conto della gravità della cancellazione dei punteggi per sfratto per finita locazione e morosità incolpevole, per alloggi malsani e con sovraffollamento? Dell’esclusione della possibilità di presentare domande di casa popolare per chi non ha almeno 5 anni di residenza o attività lavorativa nello stesso comune? Dell’aumento del dell’affitto delle case popolari per le famiglie in fascia minima di reddito? Della maggiore facilità di decadenza dal diritto alla casa popolare per l’introduzione dei nuovi parametri ISEE?

Tutto questo dà una risposta alla crisi? La risposta è semplice: No, la aggrava!

Occorre affrontare la situazione in modo del tutto diverso, a partire da una una grande opera di riqualificazione del patrimonio dismesso e dismettibile, con la riserva edilizia residenziale pubblica (ERP) e per residenze di housing sociale, e con una particolare particolare attenzione a spazi dedicati a chi non accede a soluzioni nel mercato privato; bisogna istituire un fondo indistinto da distribuire ai settori di intervento nell’ERP e- uniformare i contratti di servizio che regolano i rapporti tra comuni e aziende di gestione del patrimonio pubblico, controllando l’efficienza del sistema, eliminando gli sprechi e assicurando risorse adeguate ad un tempestivo risanamento degli alloggi esistenti in modo da eliminare radicalmente il fenomeno degli alloggi pubblici inutilizzati. Si devono favorire sinergie fra comuni vicini per registrare gli appartamenti sfitti o disabitati, procedendo anche a forme di sequestro, come è avvenuto in alcune città. Occorre che la Toscana, a livello nazionale, si batta per il rifinanziamento dei progetti di nuova edilizia residenziale pubblica, in particolare dei progetti di auto-recupero attraverso bio-architettura e bio-edilizia.

E c’è una novità: tutto questo si può fare senza consumo di consumo di suolo agricolo e limitando al massimo l’uso di suolo anche per nuove opere pubbliche. C’è un patrimonio edilizio esistente, di proprietà pubblica o privata, che può essere recuperato e risanato, più che sufficiente per coprire il nuovo fabbisogno abitativo o per insediamenti sociali, produttivi e commerciali.

Diritti, ambiente ed economia possono andare a braccetto: sta a noi scegliere. Se mettiamo prima e persone otterremo questo risultato.

Tiziana Nadalutti, candidata alle elezioni regionali Lista SI- Toscana a sinistra

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