“Tre fontane” si tira indietro. Per i profughi torna l’accoglienza diffusa

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La notizia è stata data questa mattina dopo l’incontro in Prefettura con i sindaci della provincia di Pisa per raccogliere le prime disponibilità. Si attendono circa 250 profughi. La cooperativa, finita in un vortice di polemiche, si è tirata indietro per il clima creatosi
La cooperativa sociale Tre Fontane di Roma che aveva partecipato al bando della prefettura di Pisa per l’accoglienza di 70 profughi in un ex albergo di Santa Croce sull’Arno ha manifestato la volontà di recedere dalla manifestazione d’interesse.
La notizia è emersa questa mattina, al termine della riunione in prefettura a Pisa con tutti i sindaci della provincia, convocata per capire che accoglienza verrà data ai circa 250 profughi in arrivo.
La cooperativa ha fatto un passo indietro dopo le pressioni contrarie della comunità santacrocese
“Per ora non c’è alcuna aggiudicazione e anzi aspettiamo che ci ufficializzi il recesso. E comunque non saremmo stati in grado di procedere all’aggiudicazione di quell’immobile senza l’idoneità per lo stesso da parte di Asl, vigili del fuoco e Comune”, ha detto il prefetto di Pisa Attilio Visconti.
Sulla cooperativa era stato chiesto di fare chiarezza dopo che era emersa una possibile relazione con le cooperative finite nell’inchiesta “Mafia Capitale”. A questo punto torna la possibilità dell’accoglienza diffusa, a piccoli gruppi di profughi distribuiti nei singoli comuni della provincia pisana, in linea con quanto avvenuto negli ultimi anni e con le stesse richieste dei sindaci.
Nei prossimi giorni sarà istituita una cabina di regia tra prefettura, unione dei Comuni, Società della Salute e sindaci per esaminare le situazioni che si presenteranno di volta in volta e valutare le singole disponibilità ad accogliere che saranno manifestate da ogni Comune.
La decisione presa dalla cooperativa romana, secondo quanto si è appreso, è dovuta alla situazione ambientale che si è creata a Santa Croce sull’Arno dove la comunità ha espresso forte contrarietà a questa soluzione.
Un “no” espresso anche dal sindaco di Santa Croce Giulia Deidda, non relativo all’accoglienza “ma al modello che ci era stato proposto attraverso il bando. Riteniamo invece – ha aggiunto – che la soluzione della cabina di regia sia la più idonea per trattare argomenti delicati come questi per garantire il massimo dell’accoglienza a chi ne ha bisogno replicando un modello efficiente come quello toscano che già nel 2011 aveva dimostrato di dare ottimi risultati”.

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