giovedì 26 aprile 2018 |
Testata: CORRIERE FIORENTINO |
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Retori: impegno quotidiano. Due cerimonie nel Comune della sindaca leghista (che non c’è)
Un appello per la pace dal sindaco Dario Nardella, un appello contro le discriminazione e il razzismo da parte della vicepresidente nazionale Anpi Vania Bagni. E il 25 Aprile di Firenze, la Festa della Liberazione le cui celebrazioni sono partite, in modo diverso dal solito, da piazza Santa Croce, perché nel solito luogo di partenza, piazza Unità d’Italia, ci sono i cantieri della tramvia. In Santa Croce, parlano le autorità religiose: il cardinale Giuseppe Betori chiede a tutti «un impegno politico, sociale e culturale quotidiano» per la memoria. La pastora protestante Letizia Tommasone ha ricordato i tanti protestanti che hanno lottato con i partigiani, «tra cui Davide Melodia, pacifista livornese, e Tullio Vinay, pastore che protesse gli ebrei a Firenze durante il nazifascismo». Al «pranzo antifascista» di piazza Poggi, tra i volontari, anche il presidente del Quartiere i Maurizio Sguanci, finito nelle polemiche per un suo commento su Facebook (Nnessuno in questo Paese ha fatto, in quattro lustri, quello che ha fatto Mussolini in vent’anni») ha servito con il fazzoletto rosso dell’Anpi al collo. Il deputato di Civica popolare Gabriele Toccafondi ha commemorato i caduti del cimitero Usa dei Falciani. I Radicali hanno ricordato a Trespiano Ernesto Rossi, Gaetano Salvemini, Piero Calamandrei e i fratelli Rosselli
Nogarin in piazza
La città dove è nato il Pci, ma la prima strappata dal M5S in Toscana ai suoi eredi, ha visto le celebrazioni della Liberazione come ogni anno in piazza della Vittoria, dove dietro al Bassorilievo della Re
sistenza ed al Gonfalone è arrivato quello della Brigata Ebraica. «Il 25 Aprile è un giorno importantissimo per quello che ha rappresentato e rappresenta la storia d’Italia e la liberazione dal nazifascismo». E il primo 25 Aprile dopo la vittoria (relativa) dei Cinque Stelle alle politiche. Cosa cambia? «Non è il momento di parlare di queste cose: oggi è un momento importante, catartico» dice Nogarin.
Un caso a Grosseto
Il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna, che guida una giunta di centrodestra, su Facebook e si dice amareggiato: «Abbiamo celebrato la Liberazione, ho marciato col presidente Anpi. Purtroppo, porgendo la mano, spesso ho incontrato sguardi intrisi di odio e di pregiudizio, ma la mia mano nonostante la mancata corrispondenza resta protesa verso il segno di pace, fino alla fine».
Strappo a Cascina
Il 25 Aprile a Cascina è più diviso che mai. Ieri mattina si sono tenute due cerimonie distinte: quella promossa dall’amministrazione comunale, alla presenza del vicesindaco Dario Rollo, e quella dell’Anpi. La giunta considera quanto avvenuto nell’aprile del 1945 un «sacrificio bipartisan», l’Anpi ritiene indegno paragonare i giovani della repubblica di Salò a chi si arruolò tra i partigiani. «1 125 Aprile è una giornata di condivisione. Occorre un’analisi scevra da ideologie. Ricordiamo anche le forze armate che combatterono accanto ai cittadini comuni, non dimentichiamoci di coloro che sono rimasti fedeli al governo italiano», afferma il vicesindaco in quota Lega. Rollo è stato interrotto più volte da schiamazzi: «stai zitto!», gli hanno urlato alcuni presenti, mentre altri cantavano «Bella Ciao». Un militante Anpi afferma indignato: «Rollo ha proposto una lettura faziosa della storia». «Ieri su Facebook la sindaca Susanna Ceccardi ha ricordato suo zio «ucciso a 33 anni dai fascisti della X mas con estrema crudeltà», aggiungendo: «Penso anche a Norma Cossetto, ragazza istriana violentata e uccisa da i7 partigiani titini. Chi è morto allora, dopo 8o anni non vorrebbe vedere altri scontri fondati su ideologie sepolte». Cascina al centro delle polemiche anche per l’allarme di Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, sulla rievocazione prevista domani.