Pagina Q, 26 febbraio 2014
Nel mirino di Una città in Comune la gara di Geofor per servizi nel Comune di Pisa. Ma l’azienda di Pontedera replica: “Non siamo noi a fare le leggi”
Il prossimo 25 marzo scadrà la gara bandita da Geofor per l’affidamento di servizi di raccolta domiciliare, trasporto e conferimento dei rifiuti urbani e assimilati, provenienti dalle attività di ristorazione del centro storico ed altri servizi di igiene urbana nel Comune di Pisa.
Nei mesi scorsi la RSU di Avr, l’azienda che attualmente gestisce il servizio, ha sollevato un problema che puntualmente si ripresenta ad ogni gara: “A parità di lavoro parità di salario”. Un principio non rispettato dalla legge e dai contratti nazionali, che si traduce nella diversità contrattuale riservata ai lavoratori impiegati presso le cooperative, per i quali viene applicato il contratto “multiservizi”, peggiorativo rispetto a quello di settore.
All’RSU di Avr si è aggiunta anche la voce della lista civica Una città in Comune, che scrive: “Nel bando non viene specificato in alcun modo l’inquadramento contrattuale da assegnare ai lavoratori che effettueranno il lavoro. Ad oggi l’Avr applica ai dipendenti il contratto collettivo nazionale del settore. Questa nuova gara, per come è formulata, elimina questa garanzia e ciò può innescare un peggioramento delle condizioni di lavoro in base ad una logica di profitto e riduzione dei costi sulla pelle dei lavoratori che non condividiamo in alcun modo”.
“A maggior ragione – aggiunge – in un momento in cui si dice che il miglioramento del servizio di raccolta differenziata è fondamentale per l’ambiente, la città, per il suo futuro, e per i suoi bilanci: se si crede davvero in queste strategie, il primo passo è dare la giusta dignità contrattuale ai lavoratori che le rendono possibile”.
Annunciano infine che presenteranno una mozione in Consiglio Comunale in cui si chiede “che il Comune si impegni da subito presso Geofor Spa, di cui è socio di maggioranza, affinché questa gara sia ritirata e ne venga fatta una nuova in cui sia esplicitato l’obbligo, per chi si aggiudica il servizio, di applicare gli unici due contratti nazionali di settore: Federambiente e Fise”.
Da parte sua Geofor sposta la discussione ad un livello superiore: “Possiamo convenire sul rispetto di un principio, ma non siamo noi a stabilire un livello di flessibilità che di fatto è previsto per legge”, dichiara il presidente di Geofor Paolo Marconcini. “Purtoppo la sentenza Quadrifoglio ha fatto giurisprudenza in tal senso. In quel caso, di fronte ad un problema analogo, la corte ha ricordato che la flessibilità contrattuale è prevista per legge e che rientra nelle facoltà delle aziende decidere a quale contratto fare riferimento. Se le leggi nazionali sono impostate in questo modo, è nostro dovere applicarle. I sindacati a loro tempo firmarono il contratto multiservizi; farebbero meglio a stare più attenti a ciò che firmano e a lavorare per aumentare l’eticità della dimensione contrattuale”.