L’8 settembre del 1943 è nella memoria collettiva uno dei momenti più tragici della nostra storia. Ottant’anni fa il maresciallo Badoglio annunciava via radio alla popolazione italiana l’entrata in vigore dell’armistizio, firmato in gran segreto qualche giorno prima con gli anglo-americani.
Fu il Tutti a casa del celebre film di Comencini con Alberto Sordi: gli alleati tedeschi divennero all’improvviso nemici, il re, il governo e il comando supremo fuggirono a Brindisi e le truppe italiane, senza ordini precisi, si trovarono più che mai allo sbando. L’unica direttiva alle forze armate venne da quelle poche e oscure parole pronunciate da Badoglio e, mentre scattava il piano tedesco per il disarmo dell’esercito italiano, molti giovani andarono ad infoltire le prime formazioni partigiane, come racconta magistralmente un altro capolavoro del nostro cinema, Un giorno da leoni di Nanni Loy.
La Liberazione dal nazifascismo è stato il risultato di un lungo processo che proprio in quell’8 settembre ha visto un momento di svolta nel mutamento di coscienza della popolazione.
Sarà per questo che la giunta comunale ha deciso di ricordare quello stesso giorno ma del 1499, “quando la popolazione della seconda Repubblica [pisana], in una disperata resistenza, riuscì a rompere e disperdere l’assedio portato dall’esercito fiorentino”.
D’altronde, chi non ne ha mai sentito parlare all’ombra della Torre?
Si torna indietro di 524 anni per lasciar sotto sotto silenzio un evento assai più significativo anche per la storia cittadina: il folklore e le tradizioni locali soverchiano la storia.
Si faranno addirittura le cose in grande e alcune iniziative divertiranno di certo chi vi vorrà assistere: nei pressi del Bastione Stampace ci saranno attività di falconeria con esibizioni di rapaci e addestratori, si disporranno “accampamenti medievali degli armigeri delle Compagnie pisane”, i balestrieri di Pisa e di Lucca si contenderanno un palio, infine un corteo storico con figuranti attraverserà le vie della città. L’assessore Bedini sogna una sorta di parata militare in costume, sottolineando che sarà una giornata “molto utile per conoscere la tecnologia militare sviluppata nei secoli dalla Repubblica pisana”.
Dilaga la retorica bellicista o, forse, in certi ambienti non è mai passata di moda.
Come al solito ci sarebbe da ridere per non piangere.
A questo proposito, tra le iniziative in programma, “la deposizione di una corona di alloro in ricordo di tutti i difensori pisani caduti durante l’assedio” suona alquanto ridicola, soprattutto se l’altro 8 settembre, quello vero, a Pisa passa sotto silenzio.
Evidentemente però è una data troppo scomoda per chi governa la città e il paese, oggi più che mai.