Si sospenda subito l’intesa siglata in Prefettura sulla “manutenzione del patrimonio artistico”.
Il 3 febbraio scorso si è svolta una riunione presso la Prefettura di Pisa, di cui solo sabato si è avuta notizia. Il sindaco Marco Filippeschi ha chiesto al Prefetto “una riunione di coordinamento interistituzionale per valutare quali iniziative assumere per contenere i danni al patrimonio storico artistico monumentale, in un’ottica collaborativa che impegni tutti gli organismi utili allo scopo”. Al governo della città dal 2008, Filippeschi considera assai preoccupante la situazione in cui versano monumenti e opere d’arte cittadini, eppure Pisa era candidata a Capitale Europea della Cultura del 2019.
Il prefetto Francesco Tagliente – da quel che si deduce senza un preciso mandato del Ministero Per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo – ha convocato al proprio tavolo le istituzioni preposte al governo e alla tutela del patrimonio storico-artistico del territorio (Comune, Provincia, Soprintendenza), nonché rappresentanti di Direzione del Lavoro, Azienda USL 5, Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, INAIL, Università, Scuola Normale Superiore e Arcidiocesi. Per il Comune era presente non l’Assessore alla Cultura ma l’Ass. Serfogli che ha la delega a “Lavori pubblici e cura della qualità urbana”. I presenti hanno illustrato una situazione sconfortante di “degrado e di danni, spesso irrisolti, ai monumenti storici. […] La carente manutenzione, i danni causati dal maltempo, l’usura delle strutture e dei manufatti, stanno, infatti, causando gravi situazioni a cui occorre porre tempestivo rimedio al fine di evitare che le stesse diventino irreversibili.” Comune e Soprintendenza, entrambi deputati alla tutela del patrimonio artistico cittadino, di fronte a tale degrado hanno saputo solo dichiarare la propria impotenza: “le operazioni di recupero e manutentive non appaiono fronteggiabili con le sole risorse pubbliche”.
È singolare, non trattandosi di far fronte a un’alluvione o a un terremoto, ma a una situazione generata dalla drammatica diminuzione delle risorse destinate al “patrimonio monumentale e artistico della Provincia”, che l’Amministrazione comunale necessiti del dinamismo del prefetto per trovare delle soluzioni. È altrettanto singolare – ed è la prima volta che accade in circostanze simili- delegare a un’associazione privata (l’Associazione Amici dei Musei e Monumenti Pisani) l’istituzione di “una Sezione specializzata di volontari di pronto intervento”, pronta a monitorare lo stato del degrado e a intervenire laddove sia necessario.
Questo modo di procedere appare assai discutibile sotto diversi aspetti. Innanzitutto decisioni politiche di primaria importanza vengono sottratte al Consiglio comunale. Si mettono i cittadini di fronte a decisioni già prese sbandierando la necessità di agire per far fronte alle emergenze, mentre invece non si discute mai pubblicamente su come spendere le poche risorse disponibili. Insomma si preferiscono le procedure prescrittive alle pratiche democratiche. Anche la scelta dei volontari era già un fatto acquisito. Come leggere altrimenti la presenza dell’Associazione Amici dei Musei e Monumenti Pisani al tavolo della Prefettura?
Ma soprattutto questo modo di procedere è un ulteriore svuotamento della Costituzione. L’art. 9 afferma che la Repubblica “tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”, non afferma che essa delega alle associazioni di volontariato tale compito. Analogamente la Costituzione proclama il diritto al lavoro. Perché le tante competenze di giovani e non più giovani laureati in Storia dell’arte e in Beni Culturali o diplomati nelle scuole di restauro devono essere soverchiate da pensionati (quindi percettori di reddito), seppure stimati appassionati di opere e musei? Alla luce di questo quadro è quanto mai opportuno, a nostro avviso, sospendere l’intesa siglata in Prefettura e avviare piuttosto una discussione cittadina per salvaguardare e valorizzare il patrimonio artistico della nostra città con strumenti più idonei e proficui.