Da quanto abbiamo appreso ieri, sembra proprio che sulla questione aeroportuale toscana Renzi abbia deciso di togliere di mezzo ogni possibile ostacolo alla nuova pista di Peretola, levandosi di torno la Valutazione di Impatto Ambientale.
Come?
Con un emendamento alla Legge di Stabilità che prevede che il parere favorevole espresso dalle Regioni sui piani regolatori e di sviluppo degli aeroporti “comprende e assorbe” la verifica di conformità urbanistica e paesaggistica. Nel caso poi le Regioni non esprimano parere, decide il Consiglio dei Ministri d’intesa con la Regione.
Si chiuderebbe così il cerchio dei giochi di potere nel PD, che in queste settimane abbiamo assistito svolgersi sotto i nostri occhi con un vergognoso scambio tra il PD pisano e i presidenti Rossi e Renzi. A partire dai consiglieri regionali (Mazzeo, Pieroni e Nardini) fino ai segretari comunali e provinciali per arrivare al sindaco Filippeschi e alla maggioranza che lo sostiene.
In cambio del via libera alla pista da 2.400 metri a Firenze, ecco la promessa di milioni di euro per investire su Pisa. E la tangenziale Nord-Est è quello che permette al PD di trovare la quadra. L’ennesima grande opera che devasterà il territorio e l’ambiente, sulla quale da sempre siamo contrari: se nella visione miope di innovazione e sviluppo che si vuole propinare ai cittadini questa sembra una cosa naturale, noi sappiamo già che invece significa amplificare i problemi che già insistono sulla piana pisana.
La credibilità degli esponenti del PD pronti – solo fino a qualche mese fa – anche alle barricate contro la pista da 2.400 metri è pari a zero. Era tutta una opposizione di facciata, come abbiamo denunciato in tutti questi mesi, il cui risultato finale era chiaro a tutti: via libera alla distruzione della piana fiorentina e magari qualche promessa per garantire su Pisa qualche altra speculazione su cui fare propaganda.
Così, se qualcuno aveva ancora qualche dubbio, il via libera della giunta regionale alla pista da 2.400 metri, nonostante tutti i pareri anche dei tecnici della stessa Regione, conferma che il Partito democratico è il partito degli interessi privati, che usa e piega la cosa pubblica a mere logiche di bottega e di tutela dei grandi potentati economico-finanziari di questo paese.
Miracoli dell’efficienza renziana! Vecchi metodi, zero trasparenza, interessi collettivi interpretati in chiave proprietaria. Ma se i metodi per giungere a questo nulla hanno di nuovo, c’è qualcosa di nuovo per il territorio?
No: si scambia devastazione territoriale con devastazione territoriale, grandi opere inutili con grandi opere inutili. E, chissà, interessi privati con interessi privati. Il modello di riferimento è sempre lo stesso: estrarre da un territorio tutte le sue risorse per garantire la ricchezza di pochi. Sempre la stessa zuppa, ma un po’ più rancida ogni volta.
Noi diciamo una volta di più che la vera novità consiste nel cambiare l’ottica: nel far sì che le risorse di un territorio, a partire dal suolo, siano preservate e riprodotte, per dare una ricchezza condivisa e durevole. Il vero cambiamento è un’idea nuova dello sviluppo che metta davvero al centro altri criteri: un sistema dei trasporti sostenibile e accessibile a tutti, che non uccida con inquinamento, rumore e cementificazione la popolazione e il territorio. Un lavoro di recupero delle aree periurbane che punti sull’agricoltura. Una ricucitura del territorio che permetta ai sistemi naturali di rimanere vivi e attraenti per il turismo , anche in connessione al patrimonio storico e artistico. Ecco il nuovo che serve davvero.
Una città in comune, Rifondazione Comunista