“Cambiare in Comune”. E’ questo il titolo del programma che “Una Città in Comune” e Rifondazione Comunista hanno presentato e condiviso per candidarsi ad amministrare la città.
Un programma che è, prima di tutto, un coerente impegno nei confronti della collettività.
Abbiamo infatti un idea di un Comune che diventi punto di incontro tra i cittadini e la società, in cui le aspettative, i bisogni, le esigenze di tutti i portatori diritti, siano essi residenti e non residenti, trovino cittadinanza e risposta nelle rappresentanze istituzionali.
Per realizzare il nostro programma, che presuppone un’altra idea di città, solidale ed inclusiva, e in cui welfare municipale e cooperazione fra componenti la comunità rappresentino l’ attuazione dei processi di democrazia partecipativa, è assolutamente necessario il contributo di ciascuno.
Soprattutto delle competenze e della capacità delle donne e degli uomini che nel Comune ogni giorno lavorano.
Valorizzare questa risorsa, assume per la nostra coalizione un significato preminente, perché senza incertezze intendiamo condurre un’ azione di netta opposizione politica e culturale a quella tendenza che ha portato negli anni alla delegittimazione del settore pubblico.
Un’azione che è stata strumentalmente messa in atto per rimettere in discussione tutele e diritti conquistati negli anni e con le lotte, a partire da quelli del lavoro, alimentando precarietà ed incertezze, presupposto delle politiche di tagli e austerità in ossequio al dogma liberista.
Noi vogliamo cambiare, a partire anche dagli assetti organizzativi della “macrostruttura comunale”.
Questo inciderà anche sul modo con cui si possono organizzare e gestire i servizi pubblici, evitando il continuo ricorso a processi di “esternalizzazione” che alimentano le incertezze sul futuro delle persone, amministrando invece in modo da motivare, valorizzandolo, il pubblico dipendente.
Per noi é innegabile che tutti coloro che operano nei servizi comunali rappresentano l’ interfaccia tra i “cittadini di fatto” e l’ istituzione.
Proprio per questo abbiamo indicato con chiarezza e coraggio nel nostro programma, che amministrando intendiamo rimettere in discussione le scelte di chi ha governato, e che attraverso regolamentazioni e strumenti di valutazione, ha privilegiato, in termini organizzativi e salariali, la struttura di vertice, ovvero Dirigenti e Posizioni Organizzative.
Il nostro obiettivo programmatico generale è infatti profondamente diverso.
E’ quello di assicurare a tutti i cittadini l’ erogazione e fruizione dei servizi essenziali in quanto titolari diritti, e di cui il lavoro pubblico rappresenta un elemento essenziale per la loro affermazione in termini di equità ed utilità sociale.
Ma è altrettanto vero che per far questo sarà necessario, proprio sul piano degli assetti organizzativi interni, che il Comune di Pisa in questa contingenza economica e sociale, dia un chiaro segnale di riduzione dei costi, proprio a partire dalla propria struttura direzionale di vertice.
Per noi abolire le costose strutture direzionali di staff del Sindaco, dell’ Ufficio di Area Vasta, degli incarichi dirigenziali esterni a termine, o non ricorrere alle consulenze esterne per il tramite delle aziende partecipate, rappresenta un percorso irrinunciabile per disporre di nuove risorse e rendere coerente e attuabile il nostro programma.
Risorse che senza incertezze debbono essere investire sul welfare comunale e sulla manutenzione del territorio, ma anche di conseguenza sul salario del personale dell’ Ente e delle partecipate che operativamente concorre al miglioramento ed erogazione di tanti servizi che hanno riflesso sulla vita delle persone.
Sotto il profilo salariale, la ridistribuzione dall’ alto al basso delle risorse salariali è per noi espressione di chiaro segnale secondo un principio di equità, che deve associato ad un altro principio quello di “ sicurezza occupazionale”.
Un comune che, come datore di lavoro diretto e indiretto non riesca a dare garanzie di un equa distribuzione di salario e di un’ occupazione certa e stabile, non potrà mai assicurare un efficace contrasto politico e culturale a quei fenomeni che hanno prodotto l’impoverimento di tanti cittadini e cittadine.
Abbiamo ripetuto pubblicamente, è più volte, che uno dei nostri primi impegni nell’ amministrare la città sarà quelli di convocare gli stati generali del lavoro, con tutti i soggetti e le parti sociali interessate.
Il Comune di Pisa non potrà in quella sede essere solo un’ osservatore.
E’ un datore di lavoro, dovrà dare un preciso segnale, con un assunzione di impegni e responsabilità sia per i servizi gestiti direttamente sia per quelli erogati dalle società partecipate.
Occorrerà mettere in atto un comportamento rivolto a contrastare ogni forma di precarietà a favore del lavoro sicuro, rifuggendo il ricorso a forme di lavoro non stabili e tutelate, ma anche modificare radicalmente il sistema degli appalti e dei global service, degli affidamenti alle società in house, includendo nei bandi non solo clausole sociali, ma anche precise condizioni che evitino la concorrenza e i ribassi sul costo del lavoro, presupposto per rimettere in discussione tutele e diritti.
Noi abbiamo fatto una scelta di impegnarci per amministrare questa città, perché ci rendiamo conto insieme a tante cittadine e cittadine che la cura dei beni comuni, del territorio e la centralità del benessere collettivo passa attraverso politiche sociali, culturali e ambientali che l’ attuale Amministrazione comunale ha colpevolmente dimenticato.
Noi intendiamo invertire radicalmente questa tendenza per mettere al centro e rispondere ai bisogni di tutti i cittadini, residenti e non residenti.
Ecco perché abbiamo scelto di agire a favore di chi si trova in difficoltà, perché crediamo che attraverso la democrazia, la partecipazione e la trasparenza si possa costruire un’alternativa reale a chi ha governato la città e che utilizza la crisi come alibi.
Siamo convinti e crediamo che il lavoro pubblico, quello di tutti voi, sia elemento imprescindibile per realizzare il nostro progetto.
Sia indispensabile per “Cambiare in Comune”.
Pisa, 23 Maggio 2013
Francesco “Ciccio” Auletta candidato Sindaco
Paola Bigongiari candidata – cosindaca
“Una Città in Comune” e Rifondazione Comunista