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Anche la Federazione pugilistica italiana si muove per salvare la Galilei, storica società pisana rimasta senza palestra dopo l’abbattimento dei “campini” del Cep e la ricostruzione solo parziale degli impianti ed oggi a rischio chiusura. Il presidente della Fpi Alberto Brasca ha scritto al sindaco di Pisa Marco Filippeschi per segnalare la “situazione di difficoltà che perdura ormai da quasi tre anni, dopo lo sfratto dalla sede del Cep di via dell’Argine”.
“Nei mesi scorsi ho già avuto modo, nella mia qualità di presidente della Fpi e di consigliere nazionale del Coni – scrive Brasca – di esternare le mie preoccupazioni all’assessore allo Sport del suo Comune che, pur facendomi presente le difficoltà tecniche e finanziarie, mi ha dato atto della legittimità della richiesta e del suo impegno per una soluzione in tempi ragionevoli”.
Nei giorni scorsi l’assessore di Palazzo Gambacorti Salvatore Sanzo ha spiegato a paginaQ di essersi attivato in prima persona per garantire l’affidamento di uno spazio alla Galilei, senza però essere riuscito fino ad oggi a trovare una soluzione. “La colpa è di chi ha realizzato le case popolari ma non ha pensato ad offrire un’alternativa alla pugilistica” ha detto l’ex olimpionico di scherma riferendosi al progetto di edilizia popolare realizzato al Cep.
Il massimo dirigente della boxe italiana ricorda l’importanza di una società come quella rossocrociata, che con 97 anni di storia “è una delle più antiche associazioni pugilistiche di tutto il Paese, un pezzo importante, non solo della storia pugilistica ma di tutta la storia sportiva della città di Pisa. Senza retorica – continua Brasca – credo si possa dire che una sua chiusura sarebbe anche una perdita di memoria per la città”.
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