Conferenza stampa, mercoledì 21 febbraio a Palazzo Gambacorti ,organizzata dai consiglieri comunali di Città il Comune-Rifondazione Comunista e dai delegati rsu del sindacato generale di base del comune. Oggetto dell’iniziativa gli appalti , quello per la gestione dei cimiteri e del forno crematorio e l’altro delle pulizie, ormai prossime al rinnovo.
“Vogliamo discutere di questi appalti – dicono Ciccio Auletta e Federico Giusti – da un punto di vista politico e da quello sindacale. Non bastano le clausole sociali presenti nei contratti nazionali, vogliamo entrare nel merito di come vengono gestiti questi appalti”.
“Prendiamo ad esempio – spiega Giusti – la refezione scolastica: se la presenza di personale è misurata a seconda dei pasti, basta una riorganizzazione comunale (per esempio modificare il numero dei lattanti e dei divezzi) per ridurre le ore, e i salari, di queste lavoratrici. Analogo discorso potrebbe avvenire con le pulizie visto che il comune ha intenzione di trasferire alcuni uffici e se parametriamo il personale con i metri quadrati si rischia anche in questo caso di avere meno ore, meno salario e meno posti di lavoro. Noi chiediamo allora che ci siano per cimiteri, pulizie e refezione dei contingenti minimi di personale, si abbia la certezza dei posti di lavoro, delle ore contrattuali e sia previsto anche per le aziende subentranti l’obbligo di fare dei report periodici sulla gestione del personale e dei servizi assicurando anche la stabilizzazione dei precari, di quanti da tempo hanno un contratto a tempo determinato”.
“Sul tema degli appalti – continua Ciccio Auletta – abbiamo presentato un atto di indirizzo per aumentare il livello di diritti e di tutele dei lavoratori e delle lavoratrici negli appalti pubblici, del Comune e di altri enti del territorio. Per questa ragione avanziamo tre proposte concrete, su cui chiediamo alla maggioranza e alle altre opposizioni di misurarsi: 1. avviare un monitoraggio costante sugli appalti dei servizi in scadenza per prevenire possibili esuberi e/o situazioni di crisi; 2. avviare una valutazione complessiva degli appalti dei servizi in atto, dal punto di vista della qualità dell’occupazione e del servizio offerto, così come dei costi totali, come premessa per la possibile re-internalizzazione dei servizi stessi; 3. elaborare un protocollo di intesa che, tramite la cooperazione tra i diversi soggetti istituzionali, stabilisca forme di programmazione e complementarietà dei servizi tali da salvaguardare e, ove possibile, incrementare i posti di lavoro e i livelli salariali, estendendo e rinforzando la cosiddetta “clausola sociale”, evitando la pratica del massimo ribasso nelle gare d’appalto anche là dove consentita dalla legge e prevedendo esplicitamente la non applicazione del contratto di lavoro a tutele crescenti (Jobs Act) nei cambi d’appalto”.