La Cattedrale di “marmo bianco come la neve” dell’architetto Busketo, il Battistero di Diotisalvi, il Campanile forse di Bonanno, la celebre torre pendente, e il Camposanto monumentale. La Piazza del Duomo di Pisa è patrimonio dell’Unesco dal 1987 assieme agli edifici circostanti, dal Palazzo dell’Opera allo Spedale di Santa Chiara. In questa zona della città, nel quartiere di Santa Maria, migliaia di turisti convergono ogni giorno e proprio qui, a circa 200 metri in linea d’aria dai quattro monumenti, si prepara un’incredibile operazione speculativa che interessa 17.000 mq nell’area dell’ex Caserma Artale del battaglione Folgore.
Nel 2018 il complesso – un intero isolato di forma quadrilatera delimitato a Nord e a Ovest dagli edifici dell’Ospedale Santa Chiara e a Est dall’Orto botanico – è stato ceduto dal Demanio al Fondo Investimenti per la valorizzazione Comparto Extra, un fondo di investimento gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti, per circa 8 milioni di euro. Tramite un’operazione di svendita e privatizzazione, l’ex Caserma Artale è stata così acquistata per una cifra inferiore ai 4 milioni di euro dalla San Ranieri Srl, un soggetto privato il cui unico interesse è la rendita a profitto. Ancora una volta un bene comune passa da uso militare ad uso civile ma viene privatizzato, venduto per ottenere plusvalenze nella totale noncuranza dei reali bisogni del quartiere e dei suoi abitanti attuali e futuri. Per farci cosa? Quale idea si ha di quest’area strategica della città?
Il progetto, non ancora definitivo, prevede la realizzazione di parcheggi con una struttura a quattro piani, un nuovo edificio per 24 alloggi di edilizia residenziale privata di lusso del tutto incoerente con la morfologia storica dell’isolato, un albergo ed un hotel studentesco ricavati negli edifici storici, la trasformazione del teatrino storico (con affreschi del primo Novecento) in minimarket.
Ed infine la trasformazione del grande spazio interno, che nel progetto presentato si configura di fatto come un giardino condominiale, parzialmente occupato da viabilità e parcheggi e chiuso con cancellate, anziché come un grande spazio verde pubblico.
Una speculazione edilizia a tutti gli effetti con molte criticità, in primis quella della mancanza di sostenibilità ambientale e sociale, requisito fondamentale per ogni operazione di rigenerazione urbana.
Fra le previsioni di maggiore impatto c’è fra l’altro il nuovo parcheggio, che attrarrebbe automobili e comporterebbe un aumento esponenziale del traffico veicolare, in una zona già congestionata da residenti, turisti e utenti dell’ospedale.
Ma soprattutto non sono previste relazioni di alcun tipo né con l’area del Santa Chiara – per la quale da tempo si cerca di immaginare un futuro – né con la Piazza del Duomo.
Anche il progetto del britannico David Chipperfield, vincitore del concorso internazionale bandito quindici anni fa per la “Riqualificazione urbanistica del complesso ospedaliero universitario di Santa Chiara, prospiciente la Piazza dei Miracoli”, puntava sulla creazione di verde urbano e immaginava di ripensare l’area Artale in rapporto con la Piazza del Duomo ed il quartiere.
Esattamente il contrario di quel che oggi si pensa per l’area dell’ex Caserma : il piano di recupero proposto risponde esclusivamente a criteri di massima redditività dell’insediamento e di sfruttamento intensivo di tutte le superfici preesistenti, con impatti pesanti e negativi per il futuro del quartiere e della città, a due passi dalla Piazza del Duomo, senza alcun legame con il contesto.
La Caserma Artale deve configurarsi come un’operazione di rigenerazione urbana strategica, un’occasione per sviluppare un progetto innovativo guidato da una forte strategia pubblica – da definire anche attraverso la partecipazione della cittadinanza e di tutti i soggetti interessati – che persegua la sostenibilità ambientale e sociale, la centralità dell’interesse pubblico, la realizzazione di spazi pubblici e di servizi per la cittadinanza e il quartiere, in sinergia con l’Università e il Diritto allo Studio ed in stretto rapporto con l’area del Santa Chiara.
Primi firmatari:
Francesco Alberti
Franco Allegretti
Teresa Arrighetti
Paolo Berdini
Piero Bevilacqua
Andrea Bocchi
Francesco Caglioti
Antonino Caleca
Lorenzo Carletti
Donata Catalano
Carlo Cellamare
Comitato San Salvi
Giovanna Duranti Niccoli
Sara Gainsforth
Cristiano Giometti
Vittorio Emiliani
Emma Ferrieri Caputi
Mario Fiorentini
Ada Macchiarini
Tomaso Montanari
Rossano Pazzagli
Agostino Petrillo
Luigi Piccioni
Piero Pierotti
Francesca Polacci
Adriano Prosperi
Maddalena Rossi
Giuseppe Saponaro
Enzo Scandurra
Salvatore Settis
Lucinia Speciale
Franco Trane
Daniele Vannetiello
Alberto Ziparo