giovedì 28 giugno 2018 |
Testata: CORRIERE FIORENTINO |
Pagina: 11 |
Le nuove dinamiche politiche
di Gian Luca Conti*
Le ultime elezioni amministrative sono state una catastrofe e «Meglio Palaia» si dice quando non si può fare peggio di una compagnia di soldati di ventura
che saccheggia in margine a una guerra di religione. La grande batosta elettorale del Partito democratico a Pisa, Massa e Siena è evidente. La città in cui è nato il sessantotto italiano, la città del Monte dei Pacchi e una città simbolo delle politiche regionali sono evaporate come amici di De André. Il Pd non riesce più a parlare al suo popolo ma non si può dimenticare che solo quattro anni fa, aveva trovato un leader che aveva conquistato più del quaranta per cento dei suffragi, che sapeva parlare anche al centro e trovare i voti della maggioranza degli elettori, con una narrazione forte e convincente. È evidente anche la batosta elettorale del M5S, che talvolta non è neppure riuscito a selezionare i candidati per partecipare alle elezioni. Salvini, invece, ha trionfato. Durerà? Sta mietendo gli stessi consensi di Renzi del 2014 e potrebbe essere al posto di Renzi nel 2023. E una dinamica di questo momento politico coagulare consensi intorno a una figura forte e capace di parlare con accattivante autorevolezza, vuoi della classe politica da rottamare, vuoi degli immigrati clandestini da respingere. Ma è una dinamica di breve periodo, come di breve periodo sono le serie che rappresentano uno dei simboli della identità televisiva contemporanea. La politica al tempo delle serie tv non dura: le prime stagioni sono fantastiche, le seconde sono interessanti, dopo la terza un telecomando annoiato cambia. Una politica ideologica funzionerebbe diversamente e rappresenterebbe un collante più forte per unire gli uomini politici ai loro elettori? Quei tempi (e quegli uomini) sono finiti e immaginare di tornare indietro è come credere che chi guarda Revenge possa vedere Via con il vento. Il successo di Salvini rischia di essere effimero perché ha basi post ideologiche e rende urgente il problema di costruire un soggetto politico fondato sulla narrazione di valori in grado di giustificare delle decisioni pubbliche e di rispondere ai veri problemi della nazione. Ma questa sostanza non deve perdere smalto con una narrazione alla Via con il vento, deve riuscire a essere condivisa con i ritmi di Narcos. Se si avesse una palla di vetro, si potrebbe immaginare che le elezioni europee del prossimo anno saranno vinte dalla Lega e, forse, anche dal M5S, ma in misura inferiore, senza essere pessimisti sull’esito delle elezioni politiche nel 2023, quando Lega e M5S potrebbero essere sconfitti dalla loro stessa narrazione. Il Pd sarà pronto ad approfittare della natura effimera del successo di una narrazione fondata su un raggiro (l’idea che l’indipendenza della Padana possa convivere con quella della nazione senza annettere la nazione alla Padana)? Sì se saprà unire la solidità della sua storia con una capacità di raccontarsi adeguata ai tempi in cui vivono gli elettori. No, se si affida alle narrazioni senza valori o ai valori senza narrazione e parlare di Zingaretti, forse, non è esattamente una soluzione per questo problema. Manca poco alle elezioni per Firenze e se Pisa, Massa e Siena sono diventate Palaia, Firenze, dove la Lega ha lambito una signora di grande cultura ed eleganza che sa farsi corteggiare meglio di una dama di Giangastone, potrebbe essere l’Armageddon, soprattutto se la sua difesa fosse affidata a una staffetta fra Caligola e il suo cavallo.
*Professore ordinario di diritto costituzionale Università di Pisa