Lunedi 3 maggio, su nostra richiesta, in Prima commissione permanente si è tenuta l’audizione del coordinatore dell’Area Vasta Costa dell’Arpat: così abbiamo avuto alcune informazioni importanti in base a cui rinnoviamo una serie di richieste di verifiche che abbiamo fatto già da alcuni giorni.
Il dirigente di Arpat ha infatti spiegato che sono in fase di avvio ulteriori controlli sull’area ex-Vacis per verificare l’eventuale presenza di materiali inquinanti usati nel cantiere e forniti dalla ditta Le Rose, in particolare per quanto concerne l’area relativa alla fognatura. In attesa dei riscontri, insistiamo sulla necessità da parte del Comune di Pisa di un approfondimento relativo alla realizzazione delle opere a scomputo che la società realizzatrice dell’intervento deve fare: vogliamo sapere quali siano le opere previste in convenzione, quale sia il loro costo, se siano state collaudate o meno. Sollecitiamo anche il Comune a effettuare tutti i controlli del caso. Abbiamo presentato al riguardo una richiesta dettagliata lo scorso 21 aprile, e attendiamo una risposta.
Per quanto riguarda l’aeroporto militare, invece, è certa la presenza di sostanze inquinanti e quindi si dovrà procedere alla rimozione di quanto è stato realizzato e rifare analisi e controlli per conoscere modalità ed entità di possibili contaminazioni. E’ evidente che occorrerà poi capire, ma questo non spetta né ad Arpat né al Comune di Pisa, come i materiali inquinanti siano entrati in cantiere e se la stazione appaltante abbia fatto tutte le verifiche preliminari del caso, a partire dall’esame del loro costo che avrebbe potuto essere, come è sempre, una importante spia d’allarme.
Oggi l’Arpat ha confermato che ex-Vacis e aeroporto militare sono ad ora gli unici siti in cui sono stati attivati controlli.
E’ quindi ancora più importante che tutti gli enti pubblici, come abbiamo sollecitato con una lettera inviata la scorsa settimana, si attivino perché si proceda ad una verifica sulla presenza delle 3 ditte indagate (Kyterion srl, Le Rose srl, e Cantini Mario srl) in appalti, subappalti o convenzioni con soggetti privati fatti dai principali enti pubblici presenti sul territorio comunale.
Già nel 2019 denunciavamo con una mozione il depotenziamento costante dell’Arpat avvenuto in questi anni da parte della Regione Toscana. Rivendicavamo il ruolo autonomo che deve avere questo ente e chiedevamo invece un potenziamento delle risorse, del personale e delle strumentazioni. Non siamo stati ascoltati allora.
Lo stesso “ritiro” dell’Azienda Regionale dal territorio è profondamente connesso con i fatti di queste settimane, se si pensa che fra le aree soggette al depotenziamento, nel 2011, vi era proprio la Zona Del Cuoio, da cui stando all’inchiesta in corso provengono i rifiuti stoccati proprio a Pisa.
E’ evidente come questo abbandono dei territori, fra cui aree produttive ad alta densità, non sia derivata da una esigenza di bilancio ma da una scelta di natura politica di procedere a una progressiva deregolamentazione, scelta che ha portato ad allentare tutto il sistema dei controlli al fine del profitto di impresa, e purtroppo non solo secondo quanto emerge dalle recenti inchieste.
Per questo oggi più che mai vogliamo che si svolgano tutti gli approfondimenti di indagine necessari, e chiamiamo le istituzioni a svolgere pienamente il ruolo di tutela delle comunità e del territorio contro interessi particolari, contro la criminalità, per il diritti alla salute e alla tutela dell’ambiente.
Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile
(immagine da Arpat news n. 189 – 28 settembre 2012)