IL TIRRENO PISA; pagina VII
Rifondazione e una Città in Comune: le case sfitte vanno usate per fini sociali In città sono 4500: ben 120 di esse non appartengono a soggetti privati
“Basta case senza gente, basta gente senza case”. Con questo slogan Rifondazione comunista e Una città in comune, le due liste che candidano a sindaco Francesco Auletta, lanciano uno dei punti principali del loro programma elettorale: il blocco del piano di alienazione dei beni immobili pubblici per destinare le strutture inutilizzate a scopi sociali. «Quando amministreremo la città dice Auletta -, bloccheremo il piano di alienazione del patrimonio pubblico per non svendere ai privati i gioielli della città e per favorire da subito l’uso a fini sociali degli immobili inutilizzati».
«Anno dopo anno – spiegano Prc e Una città in comune i piani di alienazione vengono confermati nonostante il forte calo nelle vendite e le numerose aste andate deserte e passate a trattativa privata. Il risultato è che le previsioni di vendita restano sulla carta e numerosi immobili vengono tenuti in uno stato di inutilizzo e di abbandono come nel caso della Mattonaia», che sottolinea Virgilio Barachini, presidente dell’Unione Inquilini di Pisa, «doveva essere una “zona di recupero” e si è trasformata in una situazione drammatica».
Nel piano di dismissione, che prevede un rendimento di quasi 63 milioni di euro, figurano, tra gli altri, oltre la Mattonaia (3.314.900 giuro), anche l’ex scuola Diaz a Coltano (800.000), il complesso immobiliare “Casa per ferie Santa Croce in Fossabanda” (6.400.000) e il fabbricato ad uso di civile abitazione sito in via Brunelleschi proveniente dall’ex Fondazione Montevaso composta da 12 appartamenti (2.457.000).
« Proponiamo anche di mettere i fondi commerciali pubblici inutilizzati a disposizione, con comodato d’uso e canoni agevolati, di chi vuole avviare un’attività ma non può permettersi l’affitto del locale – aggiunge Federico Oliveri, coordinatore cittadino del Prc -, per sviluppare attività innovative basate sull’autogestione e la cooperazione e che abbiano ricadute positive nel territorio».
Destinare a scopi sociali gli immobili inutilizzati, anziché svenderli, secondo Prc e Una città in comune, potrebbe produrre molteplici effetti positivi: porre un freno all’emergenza abitativa che, ricorda l’avvocato Claudio Lazzeri dell’Unione Inquilini, riguarda oltre mille famiglie («mentre in città ci sono circa 4500 immobili sfitti, di cui 120 pubblici) », rispondere all’emergenza disoccupazione e a quella “sicurezza” e contribuire alla riqualificazione dei luoghi «perché – conclude Marco Ricci, presidente Legambiente di Pisa – la qualità della vita non aumenta con le telecamere ma rendendo viva la città».