Dal 2006 al 2021, grazie alla giunte di centrosinistra (Fontanelli – Filippeschi) e alla giunta di centrodestra (Conti), a Pisa si è assistito ad un inesorabile, immotivato e sempre più preoccupante consumo di suolo: 171 ettari di aree permeabili cementificate sulla base di operazioni immobiliari e speculative che nulla hanno a che vedere con l’interesse comune. Il territorio consumato passa da 2.842 a 3.013 ettari, per oltre 30 chilometri quadrati di territorio su cui si è costruito, il 16.3% dei 155 km quadrati complessivi.
I dati dell’ Ispra (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale) parlano chiaro: siamo di fronte a scelte politiche ed urbanistiche fuori dal tempo e dalla storia, come denunciamo da tempo, e soprattutto totalmente irresponsabili di fronte alla emergenza climatica. Da anni si parla dei rischi connessi al surriscaldamento globale e dell’importanza di mantenere aree permeabili e non urbanizzate, ma poi con gli atti concreti si continuano ad alimentare politiche che mettono al centro il mattone e la cementificazione. Sono queste scelte che poi aggravano gli impatti dei fenomeni atmosferici sempre più estremi sulle nostre città e le cui responsabilità non possono essere più sottaciute.
Per questi motivi da anni ci battiamo contro queste politiche: dalle diverse varianti portate avanti dalla giunta Filippeschi che si sono susseguite tutte all’insegna del consumo di suolo fino al Piano strutturale intercomunale approvato dalla maggioranza che sostiene Conti a Pisa e dal centrosinistra a Cascina; un piano in cui si prevedono ancora nuove cementificazioni, si consuma suolo, si asfaltano molte aree verdi per fare parcheggi, si confermano previsioni pesantissime in aree altamente vulnerabili come la Cittadella Aeroportuale e si prevedono nuove edificazioni (per 65.000 mq) nella area tra via Bonanno – Viale delle Cascine.
C’è un’unica solita strategia disastrosa che unisce tutte quante queste operazioni: il privato fa i progetti, dove e quando gli conviene di più, il Comune li ratifica. Così parole come rigenerazione urbana, infrastrutture verdi, rinaturalizzazione, che sono al centro di tutte le strategie europee e delle Nazioni Unite, continuano a non avere cittadinanza a Pisa.
Di fronte a queste politiche esiste, però, un’altra strada ed è l’unica che possa prospettare un futuro per la nostra città e il nostro pianeta: lo stop al consumo di suolo, la moratoria sulle nuove operazioni rivalutando tutte le previsioni di nuove costruzioni in base alla reale necessità per il bene comune.
Occorre un ripensamento integrale del Piano strutturale che non ha una visione del futuro e anche del PUMS che prevede decine di nuovi parcheggi in aree verdi. Questo significa anche cancellare previsioni del tutto sbagliate come quella della Cittadella Aeroportuale e della Tangenziale Nord est, un’altra grande opera che distruggerà il nostro territorio aumentando i problemi di traffico ed inquinamento, al posto della quale noi prospettiamo un grande parco agricolo della piana pisana.
Occorre andare verso una pianificazione urbanistica opposta a quella fatta negli ultimi 15 anni, che metta al centro non solo la salvaguardia ma l’ampliamento delle aree verdi sia nell’abitato sia intorno alla città, ripristinando anche dove possibile suolo libero da destinare a verde. Serve investire su una vera e propria infrastruttura verde che innervi l’intera città e che contempli un uso di specie arboree e arbustive, oltre che di tappeti erbosi, in grado di creare una connessione il più possibile continua tra le aree verdi già esistenti o in via di costituzione. Queste sono le uniche infrastrutture che potranno salvarci dai cambiamenti climatici già in atto.
E’ questo che chiedono da sempre le associazioni ambientaliste e i movimenti come Fridays for Future ed è questo ciò che ci impone di fare da subito l’emergenza climatica ma anche ciò che ci ha insegnato e lasciato la pandemia. Serve un cambio di paradigma anche da un punto di vista economico che rovesci i rapporti tra chi governa e chi vuole costruire.
Con queste idee e programmi, elaborati negli anni, forti delle battaglie fatte che hanno ottenuto importanti risultati come lo stop ai tentativi di nuove speculazioni a Cisanello, pensiamo alle prossime elezioni amministrative ribadendo che una coalizione della sinistra deve avere il coraggio di cambiare radicalmente direzione rispetto a quanto fatto in maniera bipartisan dalle giunte di ieri e di oggi per tutelare realmente il bene comune.
Una città in comune