Aumento delle volumetrie, nessuno spazio pubblico: ecco la privatizzazione del Distretto 42

Procede spedito nelle ormai sempre più segrete stanze di Palazzo Gambacorti il piano di conversione dell’area dell’ex Distretto Militare nel pieno centro Storico di Pisa. Una piazza che è stata chiusa e militarizzata da metà degli anni 50 fino a fine secolo e poi semplicemente chiusa, lasciata vuota e abbandonata al degrado nell’ultimo ventennio, oggi si appresta a divenire un’oasi infelice e inaccessibile, completamente privatizzata. L’opportunità persa dal partito Democratico di acquisire gratuitamente l’ex caserma e di restituire all’uso pubblico i 12 mila metri quadrati stretti tra Piazza San Martino e via Giordano Bruno ha riaperto la porta alla svendita ai soggetti privati di investimento, e ora con la destra al Governo questa privatizzazione si completa disattendendo qualsiasi tipo di freno alla speculazione in difesa del bene comune.

Innanzitutto nella procedura: sono mesi che denunciamo la totale mancanza di trasparenza nell’iter che deve portare a termine la riqualificazione dell’area. Poche settimane fa siamo finalmente riusciti a sapere l’identità del nuovo proprietario dell’area, e solo oggi scopriamo che non solo è già stato presentato un piano di recupero, ma che su questo è già stato avviata una procedura di valutazione senza che il Consiglio Comunale fosse stato minimamente informato, figuriamoci la cittadinanza e il quartiere direttamente interessato.

Siamo di fronte ad una totale privatizzazione dell’area, senza prevedere usi pubblici, arrivando persino a disattendere l’atto di indirizzo approvato in Consiglio Comunale nel 2017. In quel documento era infatti previsto di creare una nuova piazza pubblica accessibile da 3 punti (piazza san Martino, Via Giordano Bruno e Via Sancasciani) con servizi e attività fruibili da tutto il quartiere, e il mantenimento e la preservazione delle alberature del Parco Andrea Gallo. Nulla di questo, in nome ovviamente del profitto, nel piano di recupero.

Il fondo di investimento propone di creare una piazza chiusa, sulla quale si affacciano decine di miniappartamenti (si parla di posti per 232 persone), con parcheggi privati e un unico servizio, un asilo nido privato rivolto ai soli residenti.

E’ paradigmatico quanto sia scriteriato il piano proposto, visto che l’unico servizio è un asilo privato. Tanta è la necessità di profitto che si arriva addirittura a proporre una palazzina di 5 piani, di altezza ben superiore agli edifici circostanti e che andrebbe a imporsi dietro il profilo della Chiesa di San Martino. Non solo. Non sono neanche previste le isole ecologiche per questi nuovi edifici e si ipotizza di appoggiarsi a quelli esistenti con tutte le conseguenze che questo comporta. Scompare l’apertura su via San Martino, alla faccia della ricucitura urbanistica e degli spazi aperti.

Ricordiamo anche che restano irrisolte tutte le criticità rispetto alle problematiche idrogeologiche dell’area, mentre Arpat ha chiaramente prescritto una bonifica del terreno che ancora è ben lontana dall’essere portata a termine. Impatto sulle risorse idriche, energetiche e di qualità dell’aria nella pratica sono ancora tutte da valutare, sebbene sia chiaro che l’area sia già satura e sia critico sia lo smaltimento dei rifiuti che la capacità di smaltimento della rete fognaria.

Noi continueremo a chiedere che tutti gli atti relativi questo procedimento siano resi pubblici: dal piano di recupero presentato alle prime valutazioni pervenute agli uffici comunali. Chiediamo che gli abitanti tutti i cittadini e cittadine di Pisa siano resi partecipi e vengano ascoltati sulle necessità del centro storico e in particolare degli abitanti del quartiere San Martino. Da parte nostra ci opporremo ad un progetto di privatizzazione inaccettabile che serve solo a garantire il profitto di soggetti privati.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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