Aumento TARI: per Una città in comune è colpa dell’amministrazione

mercoledì 10 settembre 2014, PaginaQ4850657930_10b4be38bf_b-742x494

Aumento TARI: per Una città in comune è colpa dell’amministrazione

In questi giorni sono in arrivo i moduli di pagamento della nuova tassa sullo smaltimento dei rifiuti e dello spazzamento stradale. Secondo il gruppo consiliare Una città in comune – PRC dietro l’aumento sostanzioso delle tariffe, che serve a coprire tutte le spese legate ai servizi, c’è la precisa responsabilità dell’amministrazione comunale.
“Il Comune di Pisa in questi anni si è caratterizzato, come purtroppo molte altre amministrazioni, per una politica attendista – afferma il comunicato di Ucic – che puntava a investire il meno possibile rinunciando completamente a rispettare gli indirizzi di legge in termini di raccolta differenziata e trattamento dei rifiuti, sperando in qualche modo di farla franca e di cavarsela con qualche escamotage”.
“Oggi invece ci troviamo a pagare un prezzo salatissimo per inadempienze, il non raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata ci costa più di un milione di euro l’anno, una cifra analoga la dobbiamo pagare per non aver mai pensato di adeguarci alla legge che vieta di portare in discarica i rifiuti senza un pretrattamento”.
“Inoltre – prosegue il comunicato – contribuisce a far aumentare il costo del servizio, la decisione di mettere a bilancio da subito i cassonetti interrati nel centro città (1,4 milioni a carico del comune), mentre tutto il resto dovrà passare alla raccolta domiciliare. Il nostro gruppo consiliare aveva proposto di rimandare l’investimento a dopo il periodo di sperimentazione del porta a porta nei quartieri periferici, magari si rivelava non necessario”.
“Si delinea quindi una politica di ingenti investimenti nel centro storico e non nelle periferie dove invece ce ne sarebbe un gran bisogno. Si crea inoltre una disparità tra cittadini tra chi avrà un servizio e chi un altro, provocando tra l’altro una confusione nei comportamenti da adottare”.
“Questi soldi potevano essere risparmiati – spiega Una città in comune – facendo risparmiare di conseguenza tutte le famiglie pisane, oppure potevano essere spesi molto meglio, con investimenti per migliorare la situazione futura e portare benefici all’ambiente e al portafoglio. Se fossimo partiti per tempo con il porta a porta non avremmo dovuto pagare un milione di euro di multa, se avessimo fatto il passaggio a tariffa puntuale, oggi ciascuno pagherebbe per i rifiuti che effettivamente produce, incentivando i comportamenti virtuosi”.
“Oggi – conclude il comunicato del gruppo – pur registrando finalmente l’avvio della raccolta differenziata porta a porta, i cittadini pagano per i colpevoli ritardi dell’Amministrazione comunale, se si continua a perseverare con le scelte sbagliate, le famiglie pisane non vedranno mai dei benefici in bolletta”.

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