L’ultima trovata dell’amministrazione leghista ha dell’incredibile: se non fosse per il protocollo ufficiale, infatti, si penserebbe al classico scherzo di dubbio gusto.
E invece no, è tutto vero: nei fine settimana in cui il Parco di San Rossore invita i cittadini a fruire in maniera sostenibile degli spazi pubblici, approfittando delle note problematiche di salute pubblica per veicolare positivi messaggi ambientali, e provocando come è successo in tutti i fine settimana dalla riapertura un vero e proprio esodo di bici di tutti i tipi e di tutte le età verso il polmone verde della costa toscana, il Comune di Pisa ha pensato di trasformare la ciclabile del viale di accesso al parco in un parcheggio. In questo modo si ottengono due risultati: si leva lo spazio alle bici (tra l’altro già scarso e mal tenuto) e si trasforma la strada rimanente in una bolgia di auto in cerca di parcheggio che fanno avanti e indietro in mezzo alle bici e ai pedoni. Un vero e proprio capolavoro.
Ma la cosa ancor più incredibile è che questo scenario apocalittico non è frutto della nostra malevola immaginazione, ma si è già verificato nelle scorse settimane, mettendo in pericolo l’incolumità di grandi e piccini che tentavano di raggiungere il parco in bici. Ci si attendeva quindi una risposta, che allontanasse le auto dall’ingresso, che predisponesse servizi di trasporto alternativi per chi non può usare la bici (navette), che utilizzasse parcheggi esistenti, come quello della clinica di san rossore, scarsamente utilizzati nel fine settimana. Insomma, una risposta che tutelasse la salute di chi fa una scelta di sostenibilità (oltre che di benessere) e che raccogliesse il messaggio lanciato dall’Ente Parco Regionale. Invece, sorprendendoci ancora una volta, la nostra disgraziata amministrazione decide di schierarsi a favore dell’inquinamento, dell’arroganza di chi ha il mezzo più grosso e più inquinante, di chi vuole fare sempre come gli pare, e con questa ordinanza avalla il comportamento illecito tenuto nelle settimane scorse.
Non è, quindi, solo una misura sbagliata e pericolosa, una sorta di punizione per chi decide di muoversi in modo sostenibile, ma un modo per ristabilire le priorità della maggioranza, per chiarire chi comanda e chi si deve adeguare, una vera e propria scelta di campo. Noi stiamo dall’altra parte, quella di un futuro sostenibile in cui si agevola la mobilità che non inquina, e chiederemo subito con una mozione in consiglio comunale il ritiro immediato di questa delibera.
Una città in comune