Negli scorsi giorni abbiamo denunciato alcune clausole discriminatorie contenute nel bando per l’assegnazione degli alloggi ERP da parte del Comune di Pisa.
A conferma di quanto sosteniamo, è arrivata la formale diffida alla amministrazione comunale da parte dell’associazione Altro Diritto Onlus, con cui si intima al sindaco la rimozione di criteri discriminatori e non ragionevoli per l’accesso agli alloggi, come la storicità della residenza e la certificazione possedimento all’estero da parte dei cittadini stranieri.
Che l’intento sia palesemente discriminatorio è stato esplicitato dalla stessa assessora Gambaccini che pubblicamente ha rivendicato il fatto che, sotto il suo assessorato, le assegnazioni di case popolari siano state date nella quasi totalità a italiani.
Per noi viene prima chi ha bisogno e diritto, al di là del suo luogo di provenienza e della durata della sua presenza nel territorio. Non sono accettabili clausole che volutamente creano ostacoli ed esclusione solo in nome di una becera propaganda razzista, cui le prossime elezioni regionali stanno dando nuovo fiato.
Altro Diritto chiede all’amministrazione di rispettare i principi dell’ordinamento e gli importanti e ripetuti pronunciamenti sia di Tribunali ordinari, sia della stessa Corte costituzionale che hanno ribadito esplicitamente che clausole come quelle della lunga durata di residenza e del certificato di possedimenti all’estero, dove ciò è particolarmente oneroso, ledono il principio di uguaglianza nell’accesso a un diritto fondamentale come la casa.
Già altre volte la giunta Conti si è mossa fuori dalla legalità costituzionale: basti pensare al caso della iscrizione anagrafica del richiedente asilo e del tentativo, fermato dl TAR, di impedire la realizzazione della moschea in via Chiarugi.
Alla luce della diffida ricevuta da un ente terzo, di grande competenza e autorevolezza, come Altro Diritto Onlus, sollecitiamo il sindaco a ritirare il bando e a ripresentarlo rapidamente, in una forma rispettosa dei principi della Cistituzione.
Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione comunista – Pisa possibile