Baracche abbattute nel campo della Bigattiera, le associazioni: “Operazione ruspa e paura”

PisaToday

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Dopo l’operazione di mercoledì mattina da parte delle forze dell’ordine che hanno demolito alcune baracche lasciate libere, intervengono Africa Insieme e Progetto Rebeldìa per denunciare la condotta dell’amministrazione comunale

“Altro che costruzione di percorsi con le famiglie del campo della Bigattiera, siamo alla intimidazione vera e propria”. Intervengono Africa Insieme e Progetto Rebeldìa, dopo l’operazione di questa mattina al campo nomadi da parte delle forze dell’ordine, che hanno abbattuto sette baracche lasciate libere da alcune famiglie che si sono trasferite.
“La mobilitazione di forze dell’ordine e ruspe ha solo uno scopo: intimidire le famiglie che vivono lì da anni, per la maggior parte minori, per ‘convincerle ad allontanarsi’ – affermano le due associazioni – è questa la ricetta della giunta di centro-sinistra che in assenza di qualsiasi progetto per queste famiglie cerca con la forza di allontanarle dalla città dove i loro figli sono nati e vanno a scuola. La stessa assessora Capuzzi che guida l’operazione ‘ruspa e paura’ ha ribadito nella commissione consiliare competente che ad oggi non esistono progetti definiti per le famiglie e che comunque saranno escluse da percorsi sociali tutte quelle che non hanno il permesso di soggiorno, ovvero circa il 90% di chi sta in quel campo, ma che nei fatti vive a Pisa da oltre 20 anni”.
“Riteniamo grave – proseguono – che solo la scorsa settimana le associazioni siano state ascoltate in Seconda Commissione Consiliare con l’obiettivo, almeno dichiarato a parole, di avviare anche dei possibili percorsi di gestione della situazione non coatta. Quale è la credibilità politica di chi ci ha invitato a quella commissione alla luce di quanto è avvenuto oggi? Tutto questo è ben chiaro alla città, la modalità di risoluzione dipende da questa amministrazione, non c’è niente di irrefrenabile e qualsiasi azione prospettata può essere rivista alla luce delle forze sociali e politiche messe in campo. Certo deve esserci la volontà di modificare il tiro in virtù di concetti basilari quali il rispetto dei diritti umani e dei minori in particolare, e di percorsi realmente risolutivi e non meramente repressivi. Non sono certo sufficienti le parole, a questo punto vuote, che si esprimono nelle varie Commissioni oppure gli impegni aleatori presi nei vari Consigli Comunali, se a questi poi non corrisponde un cambio di rotta che sta semplicemente nella parola democrazia”.

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