Base militare a Coltano. Presentata nuova interrogazione parlamentare: il Fondo di Coesione e Sviluppo non si può usare per le infrastrutture militari

I programmi del Fondo di Coesione e Sviluppo prevedono la possibilità di finanziare anche infrastrutture militari?

È questo il quesito centrale della nuova interrogazione parlamentare che l’onorevole Yana Ehm del gruppo Manifesta ha presentato nella giornata di ieri in Parlamento. Un documento elaborato con la coalizione pisana Una città in comune – Rifondazione Comunista che rimette al centro della discussione parlamentare la scandalosa decisione da parte del Governo Draghi, e sostenuta in maniera bipartisan da centro-destra e centro-sinistra, di stanziare 190 milioni euro per costruire nel territorio pisano, e ad oggi nell’area di Coltano nel Parco naturale di San Rossore, una nuova base militare da 70 ettari e 440 mila metri cubi di cemento armato.

Infatti il Governo rispondendo ad una precedente interrogazione della stessa parlamentare Ehm aveva dichiarato che la base sarebbe stata realizzata attraverso le procedure del PNRR e con stanziamenti derivanti dal Fondo di Coesione e Sviluppo, Da qui la richiesta se queste risorse “risultano effettivamente stanziate nei programmi del Fondo di Coesione e Sviluppo, nel caso in quale programma e da quali atti questo risulti”.

Ma soprattutto nella interrogazione si mette in rilievo il fatto che il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione costituisce il principale strumento finanziario e programmatico nazionale per le politiche di riequilibrio dei divari territoriali e che in nessuno degli obbiettivi strategici citati vi è prevista la realizzazione di basi militari.

Per questo rinnoviamo la richiesta che da settimane il Movimento No base, soprattutto dopo la grande manifestazione del 2 giugno, ha lanciato: il ritiro dei decreti che danno il via libera al progetto e al tavolo per la sua collocazione definitiva, e lo stanziamento dei 190 milioni di euro per le priorità del territorio pisano, a partire dal potenziamento e il rilancio del Parco e di politiche ambientali, e sociali di pace.

Per noi non esiste nessuna zona franca dove realizzare la base e su questo il Governo è chiamato a rispondere e ad assumersi le proprie responsabilità se svuole sperperare denaro pubblico, in una gravissima fase di crisi economica e sociale, per militarizzare ulteriormente il territorio e trasformare Pisa nella più grande piattaforma logistica del paese per la guerra.

Una città in comune – Pisa
Partito della Rifondazione Comunista – Pisa
Gruppo parlamentare Manifesta

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