Lo abbiamo sostenuto dall’inizio. Non ci sono margini per gli inganni della propaganda per una base “light”, per una base “diffusa”, per una base “a impatto zero”. Il progetto presentato parla chiaro, mezzo miliardo di euro per una imponente infrastruttura militare da 140 ettari nel cuore del Parco di San Rossore e a Pontedera con a corredo tutta la parte civile, dagli appartamenti per le centinaia di militari a tutto ciò che sarà previsto e su cui non abbiamo ancora dettagli precisi.
Il rilancio della denuncia e della mobilitazione del Movimento No base ha avuto ancora una volta il merito e la forza di riaccendere i riflettori su questa assurda ed ulteriore militarizzazione del nostro territorio costringendo alcuni gruppi parlamentari a presentare emendamenti sul punto.
Cinque stelle e AVS si sono infine adeguati così alla posizione che il Movimento ha espresso fin dall’inizio e senza alcuna ambiguità, chiedendo – con due emendamenti presentati nella Commissione parlamentare competente – lo stralcio immediato dell’articolo relativo alla base e allo stanziamento di 20 milioni di euro per aprire i cantieri.
Il Pd conferma pienamente la linea probase e la collocazione della infrastruttura militare all’interno del Parco di San Rossore e a Pontedera proposta e sottoscritta dal Presidente della Regione Giani e il Presidente dell’Ente Parco Bani, entrambi membri del Partito Democratico. Infatti i parlamentari del Pd presentano in Commissione un emendamento “fuffa”. Non si chiede infatti che il comma terzo dell’art 5, che contiene la previsione di spesa, sia soppresso, ma di aggiungere che l’attuazione di tali interventi avvenga “senza aumenti di cubatura o consumo di suolo rispetto al patrimonio edilizio esistente” all’interno del Parco di San Rossore. In questo modo, di fatto, si conferma l’opinione favorevole non solo alla spesa per la base, ma anche alla collocazione all’interno del Parco.
Un emendamento farsa fuori dal dibattito in corso e fatto esclusivamente per parlare agli equilibri interni alle varie correnti democratiche, confermando nei fatti il pieno sostegno dell’opera.
Per noi, invece, a differenza di chi come anche i 5 stelle rilancia la realizzazione della base in altri luoghi, la base non si deve fare né nel Parco, né a Pontedera, né altrove. Perché non esistono territori di serie A e di serie B, e perché neanche un euro deve essere speso per alimentare l’economia di guerra. E di fronte a questo, non ci sono compensazioni accettabili.
Il 20 e 21 luglio al Presidio di pace Tre Pini il Movimento No Base ha lanciato una due giorni di mobilitazione e discussione, a cui saremo come sempre presenti invitando la cittadinanza a partecipare, per ribadire che non ci sono mediazioni e trucchi possibili, che non ci sono compensazioni possibili. È il momento di posizioni chiare e soprattutto di una mobilitazione forte, per bloccare questa inutile infrastruttura militare e tutti i suoi sponsor politici bipartisan