Beni comuni, a Messina nasce un laboratorio per i nuovi diritti
La città del sindaco pacifista Renato Accorinti fa un altro passo avanti in direzione del cambiamento e si conferma uno dei luoghi dove avvengono le sperimentazioni più interessanti in materia di beni comuni. La giunta comunale di Messina ha nelle scorse settimane approvato due atti che hanno l’obiettivo di
ridefinire radicalmente le regole della partecipazione democratica alle scelte amministrative e avviare la rimessa in comune del patrimonio materiale e immateriale della città. Si tratta dell’istituzione di un “Laboratorio Messina per i beni comuni e le istituzioni partecipate” e di un protocollo d’intesa avente il medesimo oggetto che verrà sottoposto all’attenzione e all’auspicata approvazione di numerose amministrazioni comunali– fra cui quelle di Milano, Napoli, Roma, Bologna, Parma, Palermo, Ragusa, Cagliari, Venezia, Genova– altrettanto impegnate sui temi dei beni comuni e della democrazia partecipata. Si avvia così anche formalmente in riva allo stretto un percorso che ha l’obiettivo di definire un
metodo costituente attraverso cui tutti gli abitanti della città potranno ripensare e riscrivere insieme alla giunta l’ampliamento dei metodi e degli istituti con cui si esprime la partecipazione dal basso alle scelte amministrative oltre che le forme attraverso cui la città potrà riappropriarsi del proprio patrimonio.
Il Laboratorio– si legge nel testo della delibera che lo istituisce– è costituito da un nucleo di coordinamento, da un “tavolo tecnico” , composto da “esperti nominati dal sindaco, riconosciuti per l’altissima professionalità giuridica , economica, politologica e filosofica”- è di qualche giorno fa la notizia della nomina del vice presidente emerito della Corte Costituzionale, Paolo Maddalena , quale esperto a titolo gratuito del Comune– e da un Forum “aperto alla partecipazione di tutti i residenti, compresi i migranti, delle reti sociali, dei singoli e dei gruppi , anche informali, che operano sul territorio comunale.” Il suo obiettivo fondamentale sarà innanzitutto quello di “dare effettiva espressione a quel grande bisogno di partecipazione” che si è manifestato a Messina a partire dal successo dei referendum per l’acqua pubblica, nel vasto movimento contro la realizzazione del ponte sullo stretto, nelle occupazioni a scopo abitativo , nell’esperienza del Teatro Pinelli occupato e –da ultimo-della Casa dello Studente autogestita dai collettivi universitari. Un bisogno che ha trovato ascolto e una sponda politica nel movimento che ha portato all’elezione a sindaco di Accorinti e che adesso avrà l’opportunità di mettere mano direttamente ai dispositivi che regolano la sovranità popolare e la possono allargare a partire dalla condivisione democratica delle scelte di quell’istituzione di prossimità che è il Comune. Il Laboratorio per i beni comuni lavorerà alla “definizione di specifiche proposte rivolte alla Giunta e al Consiglio Comunale in materia di realizzazione e di riforma di istituzioni partecipative” e per la “configurazione di un percorso di democrazia partecipativa e diretta relativo alla determinazione e all’attuazione delle politiche di indirizzo a livello locale.” Si impegnerà a realizzare e rendere pubblica la mappatura del patrimonio immobiliare e agricolo del Comune di Messina.
Elaborerà proposte per una ridefinizione della regolamentazione degli “usi civici”-con particolare riguardo all’implementazione di parti del patrimonio comunale in disuso– al fine di restituire alla città parti del proprio patrimonio abbandonate o attualmente in cattivo stato di conservazione. Il suo raggio d’azione si estenderà anche a “ parti del patrimonio immobiliare di enti e privati”, con la poss-
ibilità di sperimentarne , attraverso progetti di rifunzionalizzazione, il “ riuso a titolo non oneroso e a tempo determinato.” I lavori del laboratorio non si limiteranno alla teoria. La delibera precisa infatti la sua natura di “organo consultivo della giunta comunale”. Le proposte che nasceranno nel suo seno — perciò– saranno assunte dal governo cittadino e sottoposte alla discussione del Consiglio Comunale per essere inserite nello statuto cittadino. Il Laboratorio per i beni comuni e le istituzioni partecipate sarà presentato alla città venerdì pros- simo, quattro aprile, con una densa giornata di discussione sul tema Amministrare Beni Comuni– pratiche costituenti per un nuovo diritto. I lavori, introdotti dal Sindaco di Messina Renato Accorinti e dall’assessore alla partecipazione Daniele Ialacqua, si articoleranno in due sessioni. Quella mattutina servirà ad entrare nel merito della delibera istitutiva e dei meccanismi di funzionamento dell’organismo e vedrà la partecipazione del più noto teorico italiano dei beni comuni Ugo Mattei accanto ad altri esponenti dell’amministrazione comunale peloritana, come il vicesindaco e assessore al patrimonio Guido Signorino ed esponenti di movimento e politici come Ciccio Auletta, della Rete delle città solidali, Luciano Marabello, di Cambiamo Messina dal Basso , o la deputata regionale Valentina Zafarana. La sessione pomeridiana invece sarà dedicata al confronto fra esperienze di movimento, con gli interventi di realtà come il Teatro Pinelli Occupato (Messina), Macao (Milano), l’ex-asilo Filangeri (Napoli),il Teatro Valle (Roma), il Distretto 42 —Municipio dei Beni Comuni (Pisa), il SALE, Morion, (Venezia) e il Movimento No Muos.
© 2014 IL NUOVO MANIFESTO SOCIETÀ COOP. EDITRICE