Biblioteca comunale in abbandono: una iniziativa per ripensare il futuro

Il Documento Unico di Programmazione 2021-2023 che è stato appena presentato dal Comune di Pisa parla chiaro: alla cultura è destinato un irrisorio 2,5% degli investimenti, solo briciole in confronto ad altre voci di spesa (si pensi, ad esempio, all’8,1% destinato a ordine pubblico e sicurezza). E pensare che questa stessa giunta ha osato concorrere al titolo di “Capitale della Cultura”, quando invece è del tutto evidente che alla cultura non tiene affatto.

Una delle spie di questo disinteresse è la condizione di progressivo smantellamento in cui versa da tempo la Biblioteca comunale SMS: priva della guida di un funzionario bibliotecario specializzato, priva di un numero sufficiente di unità di personale, con i servizi ridotti ormai  all’osso (sia quelli in presenza che quelli in remoto) e con un orario di apertura al prestito del tutto insoddisfacente perché concentrato alla mattina escludendo il sabato, la nostra biblioteca comunale si trova in uno stato di lenta agonia. Il Covid non è stato che il colpo di grazia di una situazione già compromessa: se è vero che l’emergenza sanitaria ha reso necessario chiudere le sale di lettura, è altrettanto vero che altrove si sono cercate (e trovate) soluzioni innovative per venire incontro alle cittadine e ai cittadini che, proprio in questo periodo difficile, sentono ancora più forte il bisogno di non restare isolati.

L’emergenza non può essere un alibi per smettere di pensare al futuro. C’è bisogno di investimenti, c’è bisogno di assumere nuovo personale per riportare la qualità dei servizi della biblioteca almeno al livello che abbiamo conosciuto – e apprezzato – nei suoi primi anni di attività.

Venerdì 11 dicembre, a partire dalle ore 18:00, la lista Una città in Comune organizza un incontro con Simona Mammana, funzionaria bibliotecaria della Biblioteca nazionale centrale di Firenze, e Cristina Bambini, bibliotecaria in servizio presso la Biblioteca San Giorgio di Pistoia, che ci racconteranno cosa è stato fatto nelle loro biblioteche e cosa, con le risorse adeguate, è possibile fare. Perché dietro alle buone idee c’è sempre il lavoro di molte persone.

Una città in comune

 

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