Bilancio di previsioni: tra “pressioni indebite”, rilievi dei revisori dei conti e una discussione “farsa”

Ecco la traccia di discussione che abbiamo depositato per la discussione che avverrà solo giovedì 11 maggio dell’argomento richiesto da noi e da tutte le opposizioni a gennaio sui rilievi dei revisori dei conti al bilancio di previsione approvato lo scorso 30 dicembre 2015.

La discussione richiesta dal nostro gruppo consiliare e da tutte le forze di opposizione riguardo ai rilievi fatti dai revisori dei conti nello scorso gennaio arriva in ritardo per volontà ed ostruzionismo della maggioranza, e già questo è un fatto politico rilevante nella strategia di chi governa questa città: il tentativo di svuotamento del Consiglio Comunale e di neutralizzazione di quella che dovrebbe essere la normale dialettica democratica.
Quello di oggi quindi rischia di essere un dibattito solo formale e privo di sostanza, visto che avviene a pochi giorni dalla presentazione della variazione di bilancio. In altre parole la maggioranza ha dato la disponibilità a discutere dell’argomento una volta che la variazione era pronta. Tutto questo non fa bene alla discussione politica.

Nonostante questo non si può cancellare tutto ciò che è avvenuto in questi ultimi 6 mesi: dalla frettolosa approvazione della liquidazione dei soci privati di Geofor con un provvedimento a dir poco pieno di ombre, fino all’approvazione del bilancio preventivo su cui pesano come macigni “le pressioni indebite” denunciate dagli stessi revisori durante l’audizione in quarta commissione .
E il vulnus parte proprio dalla decisione di approvare il bilancio preventivo il 30 dicembre del 2015 con un atto d’imperio della maggioranza stessa, non suffragato in alcun modo da alcuna necessità oggettiva.

Il bilancio preventivo è il principale atto a cui i consiglieri comunali sono chiamati ad adempiere svolgendo nella loro pienezza quelle funzioni di controllo che la legge prescrive. Invece con atto autoritario i consiglieri, come già successo in precedenza, non sono messi nelle condizioni di esprimere voti e pareri consapevoli e documentati, né tantomeno di presentare emendamenti.
D’altronde ormai la caratteristica degli atti approvati dalla maggioranza in materia è la non attendibilità: è stata approvata la delibera sull’applicazione della TASI per 10 milioni di euro, quando la legge di stabilità del governo Renzi ne ha già previsto l’abolizione, senza per altro indicare come e quando questi soldi saranno reintegrati. In questo modo si contravviene palesemente a quello che dovrebbe essere il requisito principale di un documento di programmazione economica di un’amministrazione ovvero l’attendibilità e la completezza. A questo si aggiunge un piano di vendita per milioni di euro di immobili comunali che servirebbero agli investimenti che resterà solo sulla carta. In altre parole solo con la prima variazione avremo il vero bilancio con le cifre reali.
E queste criticità denunciate da tutte le opposizioni sono state rilevate nel mese di gennaio dagli stessi revisori dei conti in una lettera inviata al Prefetto e al consiglio comunale, che è rimasta inspiegabilmente per diversi giorni nei cassetti in comune prima di essere consegnata ai consiglieri comunali

I Revisori sottolineano che il bilancio preventivo 2016-2018 di Pisa, approvato il 30 dicembre, prevede ancora le entrate della TASI per circa 10 milioni mentre questa imposta è stata eliminata dalla legge di stabilità, approvata lo scorso 28 dicembre, e non si sa in che misura verrà compensata. Questo, sempre secondo i Revisori dei Conti, mette il Comune nell’incapacità di garantire gli equilibri di bilancio e quindi in una situazione che potrebbe essere passibile di commissariamento e scioglimento del Consiglio Comunale.
Il Consiglio aveva il diritto e il dovere di capire se le delibere assunta dalla maggioranza il 30 dicembre e successivamente dalla giunta erano sbagliate e, se necessario, come porvi rimedio al più presto, per evitare le gravi conseguenze per l’ente e per i cittadini paventate nella lettera dei revisori.
A questo si aggiunge che la Giunta, senza riferire in Consiglio, ha introdotto una serie di forti vincoli e limiti alla spesa, norme che i Revisori definiscono come proprie “dell’esercizio provvisorio”, quando invece è stata giustificata l’approvazione del bilancio entro il 30 dicembre come necessaria proprio per evitare tutto ciò. Anche su questo era indispensabile un chiarimento politico in Consiglio comunale che fino ad oggi non c’è stato.

Garanzia di tempi congrui per i consiglieri, rapporti con i revisori dei conti, attendibilità delle previsioni di bilancio, rischi e responsabilità ad esse connessi: di tutto questo la maggioranza non ha voluto che se ne discutesse in consiglio comunale.

Francesco Auletta, una città in comune-prc
Marco Ricci, una città in comune-prc

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