Pubblichiamo la lettera aperta inviata da un gruppo di attivisti pisani per la pace:
Nel pomeriggio di giovedì 24 luglio 2014, in presenza di membri delle associazioni pisane che lavorano per pace e diritti umani in Palestina, il Consiglio Comunale votava la mozione “Cessate il fuoco”, non approvata né respinta (11 voti a favore e 11 contrari). Poche ore prima, l’esercito israeliano aveva bombardato a Gaza una scuola dell’agenzia ONU per i rifugiati, in cui avevano trovato riparo centinaia di civili, provocando la morte di 17 persone, tra cui vari bambini e un neonato, e il ferimento di oltre 200. Indignate le reazioni degli alti funzionari ONU, i quali hanno comunicato che “precise coordinate del rifugio dell’UNRWA a Beit Hanoun erano state formalmente comunicate all’esercito israeliano” e che “nel corso della giornata, l’UNRWA ha provato a coordinare con l’esercito israeliano una finestra per la fuga dei civili, ma non è mai stata concessa”. Ma era già la terza volta in tre giorni che Israele attaccava i rifugi dell’ONU, dopo aver bombardato ospedali e infrastrutture civili per la potabilizzazione dell’acqua e per le forniture di energia elettrica, oltre ad abitazioni civili. Si tratta di gravi crimini di guerra, pur senza negare che il lancio di razzi di Hamas sia atto di terrorismo. Si giudichi purtroppo la pericolosità delle due parti dal bilancio complessivo: oltre 800 vittime palestinesi, di cui l’81% civili, e 34 isrealiani di cui 2 civili. A Gaza, anche circa 5000 feriti e oltre 140.000 sfollati, in pessime condizioni umanitarie.
Tale quadro non è stato sufficiente per PD e FI di Pisa per prendere parola sul conflitto, così la mozione “Cessate il fuoco” è stata sostenuta solo da SEL, UCIC, M5S e 4 consiglieri del PD. La maggioranza dei presenti di PD e Forza Italia ha votato contro la mozione, con argomentazioni futili e pretestuose: la necessità di bilanciare il linguaggio perché non giova alla pace sanzionare una parte più dell’altra, e di rimarcare il diritto all’esistenza dello Stato di Israele, anche se già la mozione ribadiva la necessità di riconoscere l’esistenza di due stati per due popoli. Inoltre, il PD ha negato che fosse opportuno chiedere al Governo Italiano, in questo frangente, l’interruzione dell’export di armamenti dall’Italia a Israele, forniture che fanno del nostro paese il primo esportatore europeo di armi al governo di Tel Aviv. Fortunatamente non esportiamo armi ad Hamas, quindi non c’era bisogno di chiedere una misura parallela verso il fronte palestinese, ma la mozione risultava sbilanciata agli occhi dei democratici pisani. Denunciamo con forza tale ipocrisia e speriamo che le reti nazionali che lavorano per pace e disarmo abbiano miglior sorte nell’interlocuzione con il Governo, di quanta ne abbiamo avuta noi con i miopi amministratori di questa città, che tanto si fregia di promuovere pace e diritti.
Pisa, 25 luglio 2014
Martina Pignatti Morano (Un ponte per… e Rete Italiana Disarmo), Giorgio Gallo (Rete Radiè Resch), Francesca Pasquato (Associazione per la pace – Pisa), Mirella Scriboni (Assopace Palestina), Caterina Guarna (Associazione di Amicizia Italo-Palestinese ONLUS), Lorella Zanini Ciambotti (Casa della donna)