Camp Darby chiude per metà: tagli del Pentagono per la base toscana

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Il Pentagono annuncia la graduale dismissione della base toscana, con la cessazione di una parte dell’attività di stoccaggio e la chiusura di metà Camp Darby
Nel 2012 era già stata avviata una procedura di riduzione dell’organico civile, con il licenziamento di 39 dipendenti italiani. Ora, l’annuncio del Pentagono rende più chiare le intenzioni degli Stati Uniti sulla base militare che per oltre 60 anni ha dominato il territorio: Camp Darby si avvia alla chiusura, e con esso forse, si apre un capitolo nuovo per quei quasi 1.000 ettari di macchia mediterranea usati per l’invio e lo stoccaggio di materiali da guerra.
Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha infatti annunciato la parziale chiusura di Camp Darby in un piano di razionalizzazione delle proprie basi in Europa, nell’ottica di ridurre di circa 500 milioni di dollari annui la spesa per il mantenimento di queste infrastrutture. L’annuncio è stato dato nella giornata di ieri dal Pentagono; il piano, compreso nel processo EIC (European Infrastructure Consolidation), prevede la dismissione di 15 basi nel vecchio continente, oltre a una serie di interventi di riorganizzazione delle forze armate americane in Europa.
Gli interventi più rilevanti toccheranno la Germania, e comprenderanno anche il Belgio, l’Olanda e il Portogallo. Per quanto riguarda l’Italia, la difesa americana aumenterà di circa 200 le posizioni militari che verranno dislocate in tutta Italia, come conseguenza della ricollocazione dei militari del 606° Air Control Squadron, provenienti dalla base aerea Spangdahlem, in Germania, portando così la presenza delle forze armate americane in Italia a 10.700 unità.
Alla base di Vicenza – da cui dipende anche la base toscana – ci saranno riorganizzazioni per la struttura sanitaria. A Camp Darby, tra Pisa e Livorno, una porzione dell’Ammo Storage area, lo stoccaggio di munizioni, verrà convertita in area non operativa, mentre metà dell’intera base verrà chiusa e restituita all’Italia. Non saranno operazioni immediate: il comunicato della Difesa parla infatti di graduale restituzione dei siti ai paesi ospitanti nel corso dei prossimi anni.
Nel 2003 il Corriere della Sera lo definiva “il più grande arsenale Usa all’estero”; Camp Darby si trova infatti su un’area di 809 ettari fra Pisa e Livorno, lungo l’Aurelia e la pineta che separa dal mare. La base è stata fondata nel 1951 a seguito di un accordo tra Italia e Stati Uniti in ambito Nato. Negli anni è diventato un arsenale importante, in particolare per il rifornimento di armi e munizioni per le guerre in Iraq ed ex Jugoslavia, un ruolo strategico dettato dalla presenza del canale dei Navicelli, che ha reso il trasporto su acqua particolarmente efficiente. La base però è anche conosciuta come luogo di vacanze e riposo per i militari americani; gran parte del personale italiano, composto da 150 persone, è infatti occupato nella gestione dei servizi.
Si prospettano quindi tagli all’organico “di circa 40 persone”, dice Vittorio Salsedo della Fisascat-Cisl, “così come ci è stato comunicato dal comandante della base di Vicenza. Ma aspettiamo anche noi maggiori dettagli sulle figure professionali che verranno tagliate”.
Camp Darby deve il suo nome al brigadiere generale William O. Darby, fondatore del Corpo dei Rangers, su modello dei commando britannici, ucciso da artiglieria nemica il 30 aprile 1945 sulle rive del Lago di Garda.

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