giovedì 28 agosto 2014, PisaToday
Le due associazioni rispondono alle denunce dell’Ente Parco e di Confcommercio, sottolineando che i campi nomadi devono essere superati: “Sono ‘ghetti’, aumentano la marginalizzazione, il Comune avvii un programma di inserimento abitativo”
Era stato per primo l’Ente Parco, con il suo direttore Andrea Gennai, ad intervenire sulla situazione dei campi nomadi di Coltano e della Bigattiera, denunciando le numerose attività illegali che causano anche danni ambientali. Poi subito dopo Conflitorale aveva rincarato la dose chiedendo lo sgombero immediato del campo lungo la Bigattiera.
In risposta a queste due dure prese di posizione, arriva l’intervento di Africa Insieme e Progetto Rebeldìa che definiscono il dibattito che si è aperto sui campi rom “pieno di discorsi vecchi e di stereotipi banali che però feriscono persone in carne e ossa, e creano esclusione e discriminazione”.
“Il direttore del Parco solleva il tema del (presunto) smaltimento irregolare di rifiuti nei campi nomadi – affermano le due associazioni – cita fatti gravi senza circostanziarli, e accusa l’intera comunità rom di episodi che, se accertati, sarebbero comunque responsabilità dei singoli. Confcommercio definisce “inaccettabile” il campo della Bigattiera, e ne chiede lo sgombero. Che i campi nomadi siano “inaccettabili”, lo dicono gli stessi rom che sono costretti ad abitarvi. I campi sono luoghi di segregazione, veri e propri ‘ghetti’, che rappresentano la vergogna dell’Italia, e che le istituzioni internazionali (Unione Europea, Consiglio d’Europa) ci chiedono di superare”.
“Superare i campi non vuol dire però sgomberarli con la forza – precisano Rebeldìa e Africa Insieme – non è difficile capire che una famiglia allontanata da un campo, se priva di alternative, costruirà un altro campo a poche centinaia di metri. Gli sgomberi sono inutili, controproducenti (aggravano le condizioni di marginalità), e hanno costi altissimi a carico dei contribuenti: si calcola che ogni intervento costi decine di migliaia di euro. Per di più, sono illegali ai sensi del diritto internazionale, e non si può invocare la ‘legalità’ solo quando fa comodo…”.
“Invece di ricorrere a stereotipi e frasi fatte, sarebbe utile ricordare un po’ di storia recente – affermano ancora le due associazioni – l’UE ha stanziato fondi consistenti per “superare i campi”, e per garantire una sistemazione dignitosa alle famiglie che li abitano. I rom della Bigattiera, assieme a tante associazioni, chiedono che il Comune acceda a questi fondi, e avvii un programma di inserimento abitativo. Il Consiglio Comunale aveva approvato persino una mozione in questo senso, che è rimasta però lettera morta: ad oggi, i rom della Bigattiera vivono in un luogo senza luce, senza acqua e senza scuolabus per i bambini. Questa è la cosa davvero “inaccettabile”, che però non viene neanche menzionata nei comunicati di Gennai e di Confcommercio. E di questo si dovrebbe seriamente discutere. Si preferisce invece invocare gli sgomberi, e attizzare un po’ di odio verso i rom, invocando la “legalità” a sproposito (è ovvio che chi commette un reato debba essere perseguito, ma è altrettanto ovvio che le responsabilità sono personali, e non coinvolgono i rom come categoria). L’esito di queste dichiarazioni è scontato: vi saranno più controlli di polizia nei campi (come già è accaduto in questi giorni), e si farà qualche sgombero ‘muscolare’ per accontentare chi protesta. Nel frattempo – concludono – i problemi rimarranno intatti sul tavolo, e i rom continueranno a restare senza acqua, senza luce e senza scuolabus. Un bel capolavoro”.