Ancora una volta con la proposta di un campo boe di fronte alla spiaggia di San Rossore l’estrema destra non perde occasione per rivelarci tutte le sue “contraddizioni” ergendosi a paladina di chi viola le norme (in questo caso quelle del Parco di San Rossore) non per necessità, ma per la difesa della libertà di fare cosa gli pare o, più semplicemente, di un privilegio.
Fratelli d’Italia un giorno “paladini della legalità”, un giorno strenui difensori di chi viola le regole. A guardar bene però la contraddizione è solo apparente, infatti la legalità va difesa e usata quando serve a colpire il più debole, il povero, l’escluso. Diventa invece un fastidio quando si tratta di difendere chi più ha e più conta.
Nel merito della vicenda si può discutere, per carità, ma mettendo in chiaro che le oasi naturalistiche non sono terreni vergini a disposizione di chi può e chi ha, senza avere tra i piedi chi non può e non ha. Hanno un valore ambientale che va ben oltre alla possibilità di essere fruite.
Tra l’altro, per godere della spiaggia di San Rossore il Parco ha già messo a disposizione la piccola spiaggia attrezzata “la buca del mare” in cui tutti possono andare seguendo precise procedure: si prenota, si lascia la macchina privata, e si viene accompagnati al mare in cambio di un modesto pagamento in favore dell’Ente. Questa deve essere la strada maestra: visite gestite dall’ente pubblico nelle forme e nei modi consentiti perché ritenuti sostenibili. In prospettiva si potrebbe ragionare anche di una modalità analoga lato mare, piccoli gruppi con numeri ben contingentati su un’imbarcazione gestita dall’Ente (o in concessione). Tutti potrebbero partecipare e non ci sarebbero privilegi.
Le proposte che invece puntano a mantenere le possibilità solo a chi può, difendendo tra l’altro chi fino ad oggi ha fatto cosa gli pareva in palese violazione delle regole e dell’ambiente, sono da respingere con fermezza.
Una città in comune