Oltre cento operai in casa integrazione fra i Cantieri navali di Pisa e Savona, e un indotto da centinaia di addetti messo in ginocchio, con pagamenti non effettuati da tempo. E’ questo l’effetto della crisi tutta finanziaria di Mondomarine, l’azienda savonese specializzata nella costruzione di yacht, che nel 2015 ha acquistato lo storico marchio della nautica pisana dei Cantieri Navali di Pisa al termine di una lunghissima vertenza che si concluse positivamente solo grazie alla determinazione e alla lotta che per alcuni anni i lavoratori dei Cantieri hanno condotto con un presidio ed una assemblea permanente all’interno del sito produttivo nell’area dei Navicelli per difendere il proprio posto di lavoro e la permanenza di questa attività produttiva nella darsena pisana.
Ai Cantieri di Pisa come a quelli di Savona non mancherebbe il lavoro, e il motivo per cui decine e decine di lavoratori rischiano il loro posto non è la mancanza di commesse ma la mancanza di liquidità della società e il disinteresse di chi la possiede di portare avanti una vera politica industriale. Nei fatti Mondomarine da quando ha acquistato i Cantieri navali di Pisa non ha mai avviato una politica di rilancio del sito produttivo, nulla di tutto ciò che era stato promesso: aumento occupazionale, ampliamento delle produzioni.
Mondomarine oggi attraversa una crisi di liquidità pesantissima e probabilmente non sanabile, né d’altro canto sembra che vi sia alcuna intenzione da parte della proprietà di un rilancio, ma la prospettiva è quella piuttosto di una ricapitalizzazione ad opera del “cinese” di turno. Si tratta per i Cantieri di Pisa di un film già visto che non serve in alcun modo a chi nuovamente si trova in cassa integrazione e con un futuro sempre più incerto.
Di fatto l’intenzione sembra essere stata quella di comprare il marchio pisano per poi rivenderlo e non per investirci realmente. Ma non tutte le ciambelle riescono con il buco, e a farne le spese sono i lavoratori per i capricci finanziari del nuovo banchiere del Monte dei Paschi di Siena.
Proprietario di Mondomarine è, infatti, Alessandro Falciai neo presidente di MPS che solo l’anno scorso ha investito centinaia di milioni di euro per detenere il 2% della banca senese.
A riprova di un intento meramente speculativo sembra evidente il disinteresse dell’attuale proprietà nel risolvere l’annosa questione, assai onerosa, delle concessioni demaniali. Questione che la coalizione Una Città in Comune-Rifondazione Comunista solleva da anni e che improvvisamente e stranamente, dopo l’acquisto dei Cantieri di Pisa da parte di Falciai due anni orsono, è caduta sotto silenzio. A tutt’oggi, come emerso nell’ultimo consiglio comunale grazie ad un nostro atto ispettivo, la concessione demaniale è ancora nelle mani di una società privata rappresentata da il dottor Sostegni, che da anni non svolge più attività produttive nell’area e che per anni a fronte di un canone di 300 mila euro ha subappaltato la concessione ad 800 mila euro ricavandone una rendita di 500 mila euro l’anno.
Detta con altre parole, la questione dei Cantieri Navali di Pisa e della società Mondomarine suona ancora una volta come esempio di un capitalismo imprenditoriale vocato alla speculazione piuttosto che veramente interessato alle attività produttive e tantomeno alle problematiche occupazionali ed alle tutele dei lavoratori. Un capitalismo che è stato blandito e compiaciuto dai provvedimenti governativi, con una forte accentuazione dell’ultimo governo Renzi, ma che si è giovato anche di una evidente accondiscendenza negli enti locali. Infatti, nonostante gli annunci e le promesse dal 2015 ad oggi il Comune di Pisa e la società partecipata che si occupa delle concessioni demaniali, la Navicelli Spa, non ha risolto la questione e Mondomarine non è titolare della concessione con tutto ciò che ne consegue in termini negativi per qualsiasi trattativa con soggetti realmente interessati al mantenimento del sito produttivo e dei livelli occupazionali.
E’ il partito della rendita e della speculazione il vero nemico dei lavoratori dei Cantieri Navali di Pisa e contro di esso si rivolge la nostra iniziativa politica per garantire che il sito produttivo rimanga aperto e i lavoratori possano mantenere il loro posto di lavoro. Ma affinché ciò accada occorre chiudere la porta a speculatori e soggetti non credibili da un lato verificando seriamente i piani industriali, e al contempo, cosa che proponiamo da tempo ma che il Pd del Sindaco Filippeschi si è sempre opposto ad approvare, introducendo all’interno del regolamento sulle concessioni demaniali il vincolo dell’assegnazione delle aree a soggetti giuridici che svolgono effettivamente l’attività produttiva in quell’area.
Una città in Comune
Partito della Rifondazione Comunista