Carcere: approvato il nostro ordine del giorno sui servizi anagrafici. Proponiamo un tavolo permanente con la Garante per attivare politiche comunali fino ad oggi assenti

Nell’ultima seduta della seconda commissione consiliare permanente è stato approvato all’unanimità l’ordine del giorno presentato dal nostro gruppo consiliare, e sottoscritto dalle commissarie e commissari delle altre forze di minoranza, per superare gli ostacoli e i ritardi nell’ottenimento dei documenti riguardanti l’Ufficio Anagrafe del Comune di Pisa da parte delle persone detenute nel carcere Don Bosco, pratiche che oggi sono presentate all’ufficio tramite la delega a volontari.

Una criticità che da anni e anni va avanti senza soluzione e per la quale abbiamo proposto che si proceda rapidamente a sottoscrivere invece un protocollo tra il Comune di Pisa e il Direttore della Casa Circondariale Don Bosco per garantire trasferte periodiche presso l’istituto degli operatori dei servizi del Comune e per espletare senza intermediari le pratiche competenti agli uffici comunali, garantendo così l’equità effettiva nell’accesso ai procedimenti amministrativi di competenza comunale per le persone detenute.

Si tratta di un piccolo passo avanti su cui ora incalzeremo la Giunta Conti affinché dia concretezza a questo documento, a fronte di una situazione cronicamente drammatica, sia in termini di strutture che di servizi, come emerso sia dal sopralluogo fatto dalla seconda commissione nello scorso autunno sia dall’audizione del Garante uscente.

Per questo abbiamo già richiesto negli scorsi mesi, sempre nella seconda commissione consiliare, di fare un focus sulla presenza degli operatori del SerD all’interno dell’istituto, dato che in carcere girano un sacco di sostanze ed è assolutamente carente la presa in carico delle persone che hanno problemi di dipendenza.

Il nostro ordine del giorno chiede anche che si istituisca un tavolo permanente di lavoro tra l’assessorato competente e la garante dei diritti dei detenuti perché finalmente si sblocchino situazioni da anni e anni incancrenite che riguardano le competenze comunali, basti pensare al caso scandaloso della mancanza di un luogo dove i familiari dei detenuti possano aspettare in attesa dei colloqui. Ma quello è solo uno dei temi da affrontare. Un’altra priorità è la situazione delle persone in semilibertà, su cui un Comune potrebbe avviare numerose politiche di reinserimento. Nella casa circondariale di Pisa, infatti, sono tante le persone che hanno i requisiti per accedere all’esecuzione penale esterna, ma spesso mancano le risorse economiche e strutturali per accedervi.

I continui tagli ai servizi e ai diritti si ritorcono in modo drammatico contro i detenuti, e in genere contro le persone vulnerabili, e privano le persone delle opportunità di scegliere percorsi di vita di piena cittadinanza e di legalità. Per abbattere la recidiva bisogna costruire cittadinanza e l’unico modo per arrivarci sono i servizi per l’inserimento sociale e per l’accesso al lavoro e alla casa. Purtroppo, fino ad oggi l’amministrazione comunale ha deciso di non considerare i detenuti del Don Bosco come abitanti su suolo pisano, dimenticandosi che, una volta finita la pena, la maggioranza di chi esce dal Don Bosco rimane sul territorio, senza alcuna possibilità di un positivo inserimento in società.Su tutti questi fronti servono quindi interventi urgenti da parte della amministrazione comunale.

Per noi parlare di diritti delle persone detenute è un dovere, per questo continuiamo a stimolare la discussione su questi temi: le persone detenute non hanno possibilità di rivolgere all’ esterno le loro rimostranze ed è quindi compito della politica attenzionare ancora di più la tutela della dignità umana di chi autonomamente non può manifestare per la lesione dei propri diritti fondamentali.

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