Si svolgerà finalmente martedi 24 gennaio in consiglio comunale la discussione sul piano di recupero della ex-caserma Artale: un argomento che dal 6 ottobre, giorno in cui lo abbiamo depositato, chiediamo di affrontare e rispetto al quale la maggioranza era sempre sfuggita dalla discussione.
In questi mesi grazie alla nostra azione il paino di recupero è stato prima reso pubblico e poi è diventato oggetto di numerosi incontri ed assemblee nel quartiere e in città, fino a diventare un vero e proprio caso nazionale a seguito dell’appello sottoscritto da decine di prestigiose figure accademiche e del mondo della cultura che hanno messo in evidenza gli aspetti speculativi di questo progetto a pochi passi da Piazza dei Miracoli.
Ricordiamo che insieme al Distretto 42 a gennaio del 2018 il bene è stato ceduto dal Demanio al Fondo Investimenti per la valorizzazione Comparto Extra, un fondo di investimento gestito da Cassa depositi e Prestiti, per una cifra di circa 8 milioni di euro. E poi, tramite un’operazione si svendita e privatizzazione di aree che dopo anni potevano ritornare ad essere pubbliche ed ad uso collettivo, che il complesso è stato acquistato per una cifra inferiore ai 4 milioni di euro dalla San Ranieri Srl, ovvero ad un soggetto privato il cui unico interesse è la rendita e il profitto.
Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un bene comune ad uso militare che viene sì trasformato ad uso civile ma privatizzato, un bene che si vuol ristrutturare e vendere per ottenere plusvalenze nella totale noncuranza dei reali bisogni del quartiere e dei suoi abitanti attuali e futuri.
Da una analisi del piano emergono numerose criticità:
– Non è ammissibile un aumento del traffico veicolare né la realizzazione di parcheggi con un multipiano di 4 piani, che sono attrattori di traffico (pensiamo all’ingresso/uscita dal multiplano all’angolo via Derna/via Nicola Pisano, luogo già congestionato oggi per la ricerca di parcheggi da parte di residenti, turisti, utenti dell’ospedale).
– Non è possibile aumentare il carico urbanistico del quartiere con un edificio per 24 alloggi di edilizia residenziale privata, che niente ha di housing sociale.
– Lo spazio interno non ha alcuna connotazione di spazio pubblico verde con funzioni anche sociali: quello previsto è infatti concepito e progettato in un giardino condominiale con cancelli da chiudere la sera, contrario per la fruibilità continua, costante e qualificata.
– La trasformazione del teatro in esercizio commerciale è del tutto inaccettabile: si tratta di un edificio di valore che deve essere recuperato a funzioni pubbliche e sociali (teatro, cinema, sala concerti, sala riunioni, spazio collettivo per lo studentato e la città, spazio per le associazioni ecc.) anche per dare valore alla piazza interna e renderla un vero spazio di fruizione pubblica e di qualificazione del quartiere.
-La creazione di un hotel studentesco è uno schiaffo a fronte della necessità di veri spazi per il diritto allo studio in una città dove questo non è garantito per centinaia di aventi diritto ad un posto alloggio.
L’area è una delle più importanti del centro di Pisa: non può essere affidata alla iniziativa privata senza approfondire e/o chiarire gli indirizzi che il pubblico vuole dargli: non può essere un mero progetto privato che calcola superfici ed inserisce funzioni per garantire il massimo profitto
Ma soprattutto non sono previste relazioni di alcun tipo né con l’area del Santa Chiara – per la quale da tempo si cerca di immaginare un futuro – né con la Piazza del Duomo.
Anche il progetto del britannico David Chipperfield, vincitore del concorso internazionale bandito quindici anni fa per la “Riqualificazione urbanistica del complesso ospedaliero universitario di Santa Chiara, prospiciente la Piazza dei Miracoli”, puntava sulla creazione di verde urbano e immaginava di ripensare l’area Artale in rapporto con la Piazza del Duomo ed il quartiere.
Esattamente il contrario di quel che oggi si pensa per l’area dell’ex Caserma : il piano di recupero ha impatti pesanti e negativi per il futuro del quartiere e della città, a due passi dalla Piazza del Duomo, senza alcun legame con il contesto.
A nostro giudizio la Caserma Artale deve configurarsi, invece, come un’operazione di rigenerazione urbana strategica, un’occasione per sviluppare un progetto innovativo guidato da una forte strategia pubblica – da definire anche attraverso la partecipazione della cittadinanza e di tutti i soggetti interessati – che persegua la sostenibilità ambientale e sociale, la centralità dell’interesse pubblico, la realizzazione di spazi pubblici e di servizi per la cittadinanza e il quartiere, in sinergia con l’Università e il Diritto allo Studio ed in stretto rapporto con l’area del Santa Chiara. Questi sono i contenuti del progetto DEGENTRIFY PISA, il nostro progetto partecipativo per riprogettare l’uso della ex-Caserma Artale che nelle scorse settimane è risultato primo classificato di un bando finanziato dalla Rete Municipalista Europea (EMN – European Municipalist Network).
Sono previste 3 tappe di lavoro per pensare e progettare insieme un uso socialmente utile della ex-caserma, in un’ottica diametralmente opposta a quella della speculazione che avvantaggia i privati, cementifica la città e la rende inabitabile.
Noi vogliamo che quello sia uno spazio per il diritto all’abitare, la cultura, la salute, la qualità della vita; che dia respiro alla città attraverso spazi verdi pubblici, che serva anche per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Vogliamo soprattutto che siano le persone che vivono il quartiere e la città a scegliere cosa fare.
Per queste ragioni riteniamo che l’attuale piano di recupero sia da rigettare e che al contempo occorra che il consiglio comunale ascolti la forte richiesta di partecipazione arrivata dalla cittadinanza sul futuro di questa area strategica.
Una città in comune – Rifondazione Comunista