Caserma Artale: un altro progetto oscuro è servito

“Le interlocuzioni tra Proprietà, Comune e Sovrintendenza procedono da mesi” e come ormai prassi di questa amministrazione nessun passaggio nei luoghi istituzionali preposti è stato fatto.

Ancora una volta veniamo a conoscenza attraverso roboanti comunicazioni a mezzo stampa di quello che potrebbe essere il futuro della caserma Artale, un pezzo importante del centro storico cittadino, adiacente all’Ospedale Santa Chiara; quest’ultimo è anch’esso al centro di un annoso piano di riqualificazione urbana che andrebbe ripensato in maniera estesa e connessa considerando tutta l’area tra Piazza dei Miracoli e la Cittadella.

Una porzione di territorio, è bene ricordarlo, sottratta per decenni all’uso pubblico e civico per funzioni militari, che avrebbe potuto essere restituita nel 2017 alla città a beneficio di tutta la cittadinanza e che invece è stata svenduta a Cassa Depositi e Prestiti che l’ha rivenduta, non si può sapere a quale cifra, e oggi è in mano a soggetti privati il cui principale scopo è il profitto.

Si vuol ristrutturare e vendere per ottenere plusvalenze nella totale noncuranza dei reali bisogni del quartiere e dei suoi abitanti attuali e futuri. Non a caso si “punta ad ottenere il via libera al progetto esecutivo entro la fine dell’anno”. Stessa modalità e stessi errori che abbiamo appena finito di vedere con il piano di recupero dell’ex distretto militare di via Giordano Bruno e che facilmente presagiscono gli stessi orrori.

Quali sono le funzioni realmente necessarie nell’area?

Nel progetto compaiono residenze collettive principalmente indirizzate alla componente studentesca: è lecito chiedere quale tipo di interlocuzione e quale coinvolgimento di questa importante parte della nostra città siano stati portati avanti. Sottolineiamo l’esigenza reale di alloggi che siano convenzionati con l’Azienda Regionale per il Diritto alla Studio, vista la cronica carenza di questo tipo di residenze e del totale disinteresse dell’amministrazione cittadina reso evidente dai recenti accordi sulla destinazione dell’ex monastero di Santa Croce in Fossabanda tra il Comune di Pisa e la Scuola Superiore Sant’Anna o dal caso della Paradisa.

Trasparenza e partecipazione è il minimo richiesto per portare avanti questa operazione.

La vicenda delle caserme dismesse appare speculare a quella della base militare che il governo vuole costruire sui terreni agricoli del Parco di San Rossore a Coltano. Da una parte beni comuni ad uso militare che vengono sì trasformati ad uso civico ma privatizzati, dall’altra un bene comune ad uso civico che resta sì bene comune ma privato della sua funzione, in questo caso agricola e ambientale, e militarizzato: in tutti e due i casi le esigenze della popolazione vengono ignorate.

Una città in comune

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